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Tempesta di missili di Putin su Kiev. Due morti in Polonia, colpita la Nato

di Ernesto Ferrante -


Mosca ha reagito allo schiaffo di Kherson e all’onta di un G20 vissuto da “ospite indesiderato”, con una pioggia di fuoco sull’Ucraina. In una delle giornate più dure da quando è iniziata l’operazione speciale di Putin, le parole hanno lasciato il posto al suono cupo delle sirene, al boato delle esplosioni e al buio che ha avvolto interi quartieri in diverse regioni del Paese. Secondo il consigliere del ministero della Difesa ucraino, Yuriy Sak, citato dalla Bbc, sono stati circa 70 i missili lanciati dalla Russia. Due però sono finiti in Polonia, Paese della Nato, uccidendo due civili. A Varsavia convocato con urgenza il Comitato di sicurezza naizonale.
A fare la conta dei danni, attraverso i social, sono stati primi cittadini e governatori. Almeno una persona è morta nei raid che hanno colpito Kiev. Lo ha reso noto su Telegram il sindaco della capitale ucraina, Vitaly Klitschko, precisando che a Pechersk, in una delle case raggiunte da un razzo, i soccorritori hanno trovato il corpo di una persona. Klitschko ha riferito che la società Ukrenergo ha ordinato l’interruzione della fornitura di corrente per evitare ulteriori danni alle infrastrutture e metà della popolazione rimasta senza luce.
“Rimani nei rifugi o in un luogo sicuro”, ha scritto Vyacheslav Chaus, capo dell’oblast di Chernihiv, mentre il responsabile di Mykolayiv, Vitaly Kim, ha annunciato una ondata di attacchi missilistici nella regione. Esplosioni sono state segnalate anche a Leopoli e Kharkiv, dove il servizio di tram e metropolitana è stato interrotto. A comunicarlo sono state le autorità locali, invitando i residenti a raggiungere i rifugi.
Le bombe russe hanno centrato un importante impianto per la produzione di energia nella regione occidentale di Leopoli. La conferma è arrivata dal governatore della regione, Maksym Kozytskyi, citato dal Guardian. “A Leopoli vi sono problemi con la distribuzione dell’elettricità, interruzioni nel funzionamento degli operatori mobili. Rimanete nei rifugi! C’è ancora pericolo”, ha aggiunto Kozytskyi, rivolgendosi alla popolazione.
Vibranti le reazioni delle massime autorità politiche ucraine. “La Russia risponde al potente discorso di Zelensky al G20 con un nuovo attacco missilistico. Qualcuno pensa seriamente che il Cremlino voglia davvero la pace? Vuole obbedienza. Ma alla fine i terroristi perdono sempre”, ha cinguettato il capo dell’ufficio del presidente ucraino, Andriy Yermak.
Durissimo l’ambasciatore ucraino all’Onu, Sergiy Kyslytsya, che ha definito il martellamento della Russia “uno sputo in faccia ai partecipanti del summit del G-19”. “La Russia parla con i missili, può essere fermata solo con le armi”. A dirlo su Twitter è stato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. “Missili russi stanno uccidendo persone e danneggiando infrastrutture attraverso l’Ucraina proprio adesso. Questo è quello che la Russia ha da dire sulla questione dei colloqui di pace. Basta proporre all’Ucraina di accettare gli ultimatum della Russia! Questo terrore può essere fermato con la forza delle nostre armi e i princìpi”, ha twittato Kuleba.
“Oggi i terroristi russi hanno dimostrato ancora una volta la loro cosiddetta disponibilità a negoziare. Un altro massiccio attacco missilistico durante il summit G20. Edifici residenziali sono stati colpiti. Stanno cercando di distruggere le infrastrutture energetiche. Per la Russia, la punizione per i crimini sarà inevitabile”. Ad esprimersi così sulla piattaforma di Musk, è stato il primo ministro ucraino Denys Shmyhal.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel suo intervento al G20, aveva detto che la guerra della Russia “deve finire ora” ma ha anche escluso un terzo “accordo di Minsk”, dopo il fallimento dei primi due. Immediata la replica del portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov: “La Russia continua a perseguire i suoi obiettivi nell’operazione militare in Ucraina perché Kiev rifiuta i negoziati”.
La risoluzione approvata lunedì dall’Assemblea generale dell’Onu, secondo la quale la Russia deve risarcire l’Ucraina per i danni provocati dal suo intervento militare, è stata definita “la formalizzazione del furto delle nostre riserve all’estero, che sono state bloccate in modo assolutamente illegale”.


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