Politica

“Tempo scaduto ora il governo ci dia risposte”

di Redazione -

PIERFRANCESCO ZAZO AMBASCIATORE ITALIANO A KIEV CARLO BONOMI CONFINDUSTRIA ADOLFO URSO MINISTRO


Passano cento giorni, ma il Paese che produce chiede risposte. Gli slogan non bastano più. Un caso emblematico è quello dell’Autonomia, dove c’è più di qualche perplessità da parte delle associazioni di categoria. Carlo Bonomi, ad esempio, chiede la quantità di fondi che il governo riuscirà ad impegnare nel 2023 e in modo particolare la parte che sarà destinata al Sud, alla luce del consuntivo di spesa 2022 del Pnrr: “Vogliamo chiarezza – dichiara il presidente degli industriali Carlo Bonomi – sulla Coesione”. Un chiarimento viene chiesto anche sulla tempistica della transizione green, su cui allo stato ci sono solo belle parole. Ecco perché possiamo dire che i padron dei grandi gruppi, pur avendo ancora piena fiducia in Giorgia, certamente, non la promuovono ancora. Stesso discorso vale per quanto concerne Confcommercio. A parte la protesta dei benzinai, ormai conosciuta all’opinione pubblica, gli esercenti, considerando l’inflazione e il caro bollette, chiedono una maggiore spinta verso una recessione di breve intensità. Ad affermarlo il presidente Carlo Sangalli, che però ritiene positiva la chiusura del 2022, sia in termini di consumi attorno al 4,5%, sia di Pil in progresso, poco sotto il 4%. Maggiore fiducia verso Meloni, invece, la hanno gli agricoltori. Soprattutto per Coldiretti e meno per Confagricoltura, questo governo ha le idee chiare sul da farsi. Detto ciò, pesano e non poco le conseguenze del conflitto in Ucraina. La guerra di Zelensky e Putin interessa poco o nulla a chi deve innanzitutto tutelare i propri iscritti. Pur essendoci delle differenze, a seconda delle sigle, i sindacati chiedono al nuovo di mettere nero su carta sull’energia. Per Luigi Sbarra della Cisl è indispensabile una nuova politica dei redditi. È fondamentale mettere sotto controllo prezzi e tariffe, sterilizzare in maniera piena gli oneri di sistema. Detto ciò, comunque, almeno per quanto riguarda la Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori, ci sono ancora spiragli per recuperare il rapporto con la maggioranza, come d’altronde dimostra la sottoscrizione dell’ultimo protocollo relativo alla partecipazione delle associazioni di categoria nei processi decisionali del Pnrr. Per Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, il rinnovato dialogo sociale può essere il punto di svolta per affrontare le grandi questioni che toccano l’economia. Molto più critica la posizione della Cgil di Maurizio Landini, per cui non servono incontri inutili. Il riferimento è soprattutto al tema delle pensioni, alla riforma fiscale e al miglioramento/superamento della precarietà. Il rischio è che oltre ai provvedimenti, presi con la legge di bilancio, qualcuno possa pensare di liberalizzare i contratti a termine, di differenziare i salari a seconda della regione in cui vivi o addirittura favorire investimenti inutili in settori strategici, come la sanità. In questo campo non è permesso sbagliare. “L’esecutivo – continua il segretario della Confederazione Generale Italiana del Lavoro – deve cambiare passo o altrimenti dovremo farlo noi”.

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