Tensioni Cina-Taiwan, il colosso Foxconn finisce nella guerra dell’iphone
La Cina ha avviato un’indagine su Foxconn, il produttore di componenti elettroniche con sede a Taiwan. Ieri, il tabloid cinese Global Times ha dichiarato che alcune delle principali filiali di Foxconn in Cina sono state oggetto di controlli fiscali e che il dipartimento cinese delle risorse naturali ha condotto indagini in loco sull’uso del territorio da parte delle imprese Foxconn in diverse province, tra cui Henan e Hubei.
Foxconn, principale assemblatrice e produttrice a contratto di componenti elettronici al mondo (lavora moltissimo con Apple), si è detta propensa a collaborare. L’azienda, ufficialmente chiamata Hon Hai Precision Industry Co Ltd, conta migliaia di dipendenti in Cina ed è un importante investitore all’interno del Paese.
Ciò che colpisce è come questo audit arrivi a due mesi e mezzo dalle elezioni presidenziali di Taiwan (gennaio 2024), con il fondatore di Foxconn, Terry Gou – dimessosi dal ruolo di Ceo nel 2019 pur mantenendo una partecipazione del 12,5% dell’azienda – sarà tra i candidati. Si prevede che le elezioni avranno un’influenza significativa proprio sulle relazioni tra Taiwan e Cina, da tempo incrinate. Il governo di Taiwan – che la Cina rivendica come proprio territorio – accusa spesso Pechino di provare a esercitare pressioni, sia militari che economiche, per influenzare l’esito delle sue elezioni e garantirsi così un risultato favorevole.
Con le rivendicazioni di Pechino sull’isola autogovernata che si fanno via via più aggressive, i candidati presidenziali hanno espresso le loro diverse posizioni in merito. Gou si è posizionato, sulla base dei suoi anni di esperienza di lavoro in Cina, come alternativa all’attuale Partito Democratico Progressista, ostile a Pechino.
Il Global Times ha riferito che “molte persone” a Taiwan pensano che Foxconn venga indagata perché Gou è candidato alla presidenza. Il giornale statale però specifica anche che per molti esperti cinesi l’indagine è “normale e legittima, poiché qualsiasi azienda viene sottoposta a controlli fiscali”. Altri ancora suggeriscono che l’audit sia un chiaro messaggio per gli Usa. La Cina, infatti, prendendo di mira una delle più grandi aziende americane, la Apple, risponde alle sanzioni degli Stati Uniti su chip e intelligenza artificiale.
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