Esteri

Terrore in Pakistan oltre 100 morti nell’attentato alla Moschea di Peshawar

di Martina Melli -


A Peshawar, in Pakistan, un kamikaze si è fatto esplodere nella moschea di Police Lines – quartier generale della polizia e degli agenti antiterrorismo – uccidendo oltre 100 persone e ferendone 142.
Al momento dell’esplosione, circa 200 fedeli erano all’interno della moschea e oltre 300 agenti di polizia si trovavano nell’area. L’attentatore, ha detto il capo della polizia Muhammad Ijaz Khan, si trovava in prima fila quando è deflagrata la bomba che ha fatto crollare il tetto e una parete dell’edificio.
I soccorritori hanno lavorato incessantemente per tirare fuori i feriti da sotto i cumuli di detriti e mattoni.
“È evidente che si è verificato un errore di sicurezza”, ha detto Khan ai giornalisti. Ha poi fatto sapere che molti dei feriti erano in condizioni davvero critiche e per questo si teme che il bilancio delle vittime possa aumentare.
I talebani pakistani, noti come Tehreek-e-Taliban Pakistan (TTP), tramite il loro comandante Sarbakaf Mohmand, hanno rivendicato l’attacco: la vendetta per un combattente ucciso in Afghanistan l’anno scorso.
Il TTP, che si ritiene sia vicino ad al-Qaeda, ha condotto un’insurrezione in Pakistan negli ultimi 15 anni, lottando per una più rigorosa applicazione delle leggi islamiche e per il rilascio di numerosi membri incarcerati.
Negli ultimi mesi, il gruppo terroristico, dopo il fallimento del cessate il fuoco con il Governo, ha intensificato gli attacchi contro militari e polizia, soprattutto nelle regioni a cavallo del confine con l’Afghanistan.
A gennaio, un gruppo di militanti talebani ha attaccato una stazione di polizia a Khyber-Pakhtunkhwa, e a dicembre decine di detenuti talebani hanno sopraffatto le guardie in un centro antiterrorismo nel distretto di Bannu di Khyber Pakhtunkhwa, facendo ostaggi e prendendo il controllo della struttura per più di 24 ore.
Peshawar è stata bersaglio di frequenti attentati kamikaze.
Nel marzo 2022, 56 fedeli sono stati uccisi in un’esplosione in una moschea sciita della città, con lo Stato islamico che ne ha subito rivendicato la responsabilità.
Dopo quell’attentato, è stata rafforzata la sicurezza di altre grandi città, tra cui Islamabad, dove, in tutti i punti di ingresso e uscita, sono stati schierate guardie e cecchini.
“Gran parte della provincia del Khyber Pakhtunkhwa è in stato di guerra”, ha detto Khawaja Muhammad Asif, ministro della difesa del paese, a GEO TV, una rete televisiva locale.
Asif ha affermato che la situazione della sicurezza nella provincia si è deteriorata in modo significativo dopo che i talebani hanno riconquistato l’Afghanistan nel 2021.
Il TTP, dal 2007, anno della nasua nascita, ha sterminato decine di migliaia di civili pakistani e membri delle forze di sicurezza. Dal 2014 in poi si è molto indebolito in seguito alle intense operazioni dell’esercito pakistano, per poi tornare in auge grazie al ritorno al potere dei talebani in Afghanistan, nell’agosto 2021, con il ritiro delle forze americane dopo due decenni di guerra.
Sebbene il TTP sia un gruppo militante separato dai talebani in Afghanistan, è tuttavia guidato dalla stessa ideologia.

Non solo, l’ascesa al potere dei talebani a Kabul ha rafforzato anche il gruppo di integralisti in Pakistan, specialmente nella provincia di confine di Khyber-Pakhtunkhwa. In passato infatti, anche loro si sono macchiati di una serie di attentati oltreconfine, tra cui quello al quartier generale dell’esercito nel 2009 e l’attentato del 2008 all’hotel Marriott di Islamabad. La difficile situazione in Pakistan di oggi, è dovuta alla rottura (lo scorso anno), dell’accordo di pace tra talebani e Governo. Continuano ad aumentare gli episodi di terrorismo e il bilancio di vittime e feriti.

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