Attualità

Terremoto Occhiuto: si dimette e vuole ricandidarsi

Mossa a sorpresa del governatore della Calabria, che imbarazza il centrodestra nazionale e locale

di Angelo Vitale -


Si dimette per ricandidarsi: Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, ha annunciato le sue dimissioni, con una mossa a sorpresa che spariglia le carte in Calabria, mettendo in serio imbarazzo la coalizione nazionale di centrodestra che lo propose alla guida della Regione e la stessa premier Giorgia Meloni.

Parole nette, dure, senza fare nomi ma probabilmente parlando anche al centrodestra nazionale e locale, in un video: “Ho deciso di dimettermi, ma ho deciso anche di ricandidarmi, ho deciso di dire ai calabresi: siate voi a scrivere il futuro della Calabria, siate voi a dire se la Calabria si deve fermare o se questo lavoro deve proseguire. Tra qualche settimana, quindi, si andrà a votare, e saranno i calabresi a decidere il futuro della Calabria, non altri”.

Occhiuto detta l’agenda senza apparentemente badare alla proverbiale prudenza cui Giorgia Meloni risponde su questioni del genere: “Devo considerare quello che sta succedendo nella mia amministrazione. In un Paese civile nessuno deve dimettersi per un avviso di garanzia. Però sta succedendo che nessuno si assume la responsabilità di firmare niente”.

Le indagini

Roberto Occhiuto è indagato per corruzione dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. L’inchiesta, condotta dal pm Domenico Assumma e dal procuratore Salvatore Curcio, riguarda presunti scambi di utilità e nomine in enti pubblici.

In particolare, è accusato di aver beneficiato di favori economici e altre utilità in cambio di incarichi conferiti al suo stretto collaboratore Paolo Posteraro, suo ex socio in alcune società e attuale segretario particolare di Matilde Siracusano, sottosegretaria di Stato e compagna di Occhiuto.

Fatti, quindi che, come L’identità ha già trattato, toccano da vicino l’esecutivo, per il coinvolgimento di Siracusano.

Occhiuto sbotta

La sua reazione è durissima: “Non ce l’ho con la magistratura. Non cambio idea: ho sempre detto che in una Regione complicata come la Calabria i magistrati devono fare il loro lavoro serenamente. D’altra parte, io ho chiarito ogni cosa, non ho nulla da temere dall’inchiesta giudiziaria”.

Sapete con chi ce l’ho? Ce l’ho – precisa senza fare nomi – con tutti questi politici di secondo piano, tutti questi che in politica non hanno mai realizzato nulla per la Calabria in tanti anni. Ce l’ho con questi odiatori, con queste persone arrabbiate con la vita, che tifano per il fallimento della Calabria, che quasi sono contenti quando si parla male della Calabria. Ce l’ho con questi che utilizzano l’inchiesta giudiziaria come una clava per indebolire o per uccidere politicamente il presidente della Regione: non sarà così”.

Cosa succede ora

Occhiuto non ha ancora formalizzato le dimissioni ma ha annunciato che lo farà la prossima settimana. Dopo la trasmissione formale della lettera di dimissioni, il Consiglio regionale ne prenderà atto e solo allora sarà fissata la data delle elezioni.

Dopo la presa d’atto delle dimissioni, le elezioni devono tenersi entro 60 giorni. Quindi si voterebbe tra la fine di settembre e il mese di ottobre. Condizionale d’obbligo.

Cosa farà il centrodestra?

La reazione a livello nazionale appare in parte cauta e defilata: mentre Salvini aveva espresso solidarietà con un certo ritardo a Occhiuto all’atto delle notizie sulle indagini, Giorgia Meloni non si è pronunciata finora apertamente.

A livello locale, nel centrodestra calabrese, la situazione è tesa: l’inchiesta che coinvolge Occhiuto ha creato imbarazzo, con una difesa formale da parte di Fratelli d’Italia e un silenzio che lascia trasparire disagio.

I meloniani, pur avendo ruoli importanti nella giunta regionale, hanno evitato dichiarazioni forti. L’assenza di un pronunciamento chiaro da parte di Meloni e dei vertici nazionali suggerisce una strategia prudente in attesa di sviluppi, ma anche una certa attuale difficoltà a gestire la situazione.


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