Lo Stato non può imporre alle scuole pubbliche di esporre i 10 comandamenti nelle classi
La Camera del Texas ha approvato la mappa elettorale sostenuta da Donald Trump per creare cinque nuovi distretti elettorali, in zone “rosse” dove il presidente ha ottenuto un massiccio sostegno nel 2024, aumentando così le possibilità che i repubblicani mantengano la maggioranza alla Camera di Washington alle prossime elezioni di midterm. La parte repubblicana controlla attualmente 25 seggi su 38. Il piano passa ora al vaglio del Senato texano, anche questo controllato del GOP, per poi arrivare alla firma del governatore Greg Abbott.
Il governatore Abbott contro i “dem”
L’approvazione è arrivata dopo giorni turbolenti, caratterizzati dalle proteste della minoranza democratica, con alcuni deputati che sono rimasti tutta la notte in aula e altri che hanno lasciato lo Stato per impedire che si raggiungesse il numero legale per la votazione. Lunedì sono rientrati in Texas dopo che i colleghi di partito della California hanno presentato un proprio piano di ridistribuzione dei distretti elettorali, che gli permetterà di ottenere cinque seggi sicuri e quindi di annullare il possibile “vantaggio” texano del tycoon.
Due settimane fa Abbott aveva avvertito i “fuggitivi” che, in caso di mancato rientro, la nuova “mappa Congressuale” sarebbe stata ancora meno vantaggiosa di quella contestata.
Il termine “Jerrymandering” per indicare la manipolazione per ottenere ingiusti vantaggi politici, originariamente scritto “Gerry-mander”, fu utilizzato per la prima volta il 26 marzo 1812 sulla Boston Gazette, in reazione alla ridefinizione dei distretti elettorali del Senato dello Stato del Massachusetts sotto il governatore Elbridge Gerry.
Il giudice Biery blocca l’obbligo dei 10 comandamenti nelle scuole
Del Texas si è parlato anche per una sentenza destinata a far discutere. Fred Biery, giudice distrettuale di San Antonio, ha stabilito che non si può imporre alle scuole pubbliche di esporre i 10 comandamenti in tutte le classi, accogliendo il ricorso di un gruppo di famiglie e leader religiosi per fermare l’entrata in vigore della legge, prevista per il primo settembre, considerata una violazione del primo emendamento.
“Le scuole pubbliche non sono classi di catechismo, la decisione di oggi assicura che le scuole rimarranno luoghi in cui tutti gli studenti, a prescindere dalla loro fede, si sentano accolti e possano imparare senza preoccuparsi di adeguarsi alle convinzioni religiose preferite dello Stato”, ha dichiarato Heather Weaver, legale dell’American Civil Liberties Union.