Thailandia-Cambogia, cessate il fuoco dopo gli scontri per i confini e lo “zio” al telefono
In programma un incontro tra i vertici militari delle parti
È entrato in vigore dalla mezzanotte di ieri, le 18 in Italia, il “cessate il fuoco immediato e senza condizioni” tra Thailandia e Cambogia. Ad annunciarlo è stato il premier della Malesia, Anwar Ibrahim, dopo il faccia a faccia a Putrajaya tra il primo ministro ad interim della Thailandia, Phumtham Wechayachai, e il premier della Cambogia, Hun Manet. “È un passo cruciale verso una de-escalation e per il ripristino di pace e sicurezza”, ha affermato Anwar, che ha portato avanti la mediazione per mettere fine a cinque giorni di scontri che hanno causato la morte di 35 persone e lo sfollamento di altre 260mila.
La normalizzazione dei rapporti e Trump
Per oggi è atteso un “incontro informale” tra vertici militari di Bangkok e Phnom Penh, mentre per il 4 agosto è in agenda una riunione tra addetti alla difesa. Sia Hun Manet che Phumtham Wechayachai hanno ringraziato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il governo cinese. “Abbiamo posto fine alla guerra e siamo molto contenti”, ha detto Trump, intestandosi il risultato.
Uno zio tra Thailandia e Cambogia
A contribuire al deterioramento delle relazioni tra Thailandia e Cambogia, è stata una vicenda di tipo “familiare”. Il primo luglio, la premier thailandese Paetongtarn Shinawatra è stata sospesa dall’incarico di primo ministro su decisione della Corte Costituzionale dopo che è trapelata una telefonata con il capo del Senato cambogiano Hun Sen, nel corso della quale avrebbe contestato l’operato dei militari del suo Paese. Hun Sen, che è stato al potere per 38 anni, era amico di Thaksin Shinawatra, padre della premier. Paetongtarn Shinawatra lo chiama “zio” durante la conversazione telefonica.
Torna alle notizie in home