Politica

Tiramolla bollette

di Edoardo Sirignano -


“Parole, parole, solo e soltanto parole”. Così tanti italiani, richiamando il celebre brano di Mina, commentano l’ultima conferenza stampa del premier Mario Draghi. I 31 miliardi, annunciati da Palazzo Chigi, non soddisfano per niente quella parte del Paese che chiede liquidità per pagare le bollette. Tanti sono coloro che hanno le ore contate per non vedersi l’attività al buio o peggio ancora al freddo. I crediti di imposta, inseriti nel decreto Aiuti ter, per molti sono una presa per i fondelli. “Come si fa a chiedere di anticipare i soldi – spiega uno storico rivenditore di materiale edile – a chi non ha in cassa neanche quelli per pagare gli stipendi dei propri dipendenti”. Dello stesso parere la Confcommercio, che pur apprezzando la buona volontà di chi ha le redini del Paese, si attendeva ben altro della semplice rateizzazione delle bollette: “Si tratta di misure utili, ma certamente da potenziare”. Lo stesso contributo sociale di 150 euro, inserito nell’ultimo provvedimento governativo, non può essere la soluzione per famiglie che hanno difficoltà finanche a riempire il carrello. Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, parla di azioni “apprezzabili, ma insufficienti”. Non la pensa in modo differente il collega della Uila, per cui il bonus doveva essere esteso anche a tutti quei redditi che non superano i 35mila euro: “Coloro che non guadagnano 20mila euro in un anno sono la priorità. Non sono, però, gli unici a soffrire gli effetti di un’impennata dei prezzi senza precedenti”. Ecco perchè il dl Aiuti Bis, che se tutto va bene completerà il suo iter entro metà della prossima settimana e adesso quello Ter non creano entusiasmo in chi si aspettava un sostegno immediato, considerando l’urgenza del momento. L’unica notizia positiva del tavolo, a cui hanno preso parte anche i ministri delle Finanze e della Transizione Ecologica Franco e Cingolani, è che non ci sarà alcuno scostamento dei conti pubblici. Si tratta, comunque, del classico “state sereni”. Lo stesso Draghi, che tra l’altro rivela la propria indisponibilità a presiedere un nuovo esecutivo, non può nascondere un “rallentamento” dell’economia. Pur non utilizzando ancora la parola recessione, c’è paura per quanto accade nel pianeta. Nonostante ciò, Palazzo Chigi non intende fare alcuna retromarcia rispetto alle tanto discusse sanzioni, che secondo diversi accademici stanno facendo più male all’Italia che allo stesso Cremlino: “Funzionano – ribadisce l’ex presidente della Bce – Bisogna continuare finchè l’Ucraina non vince la guerra di liberazione del suo Paese”. 


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