Politica

Tiramolla Pnrr: via alla quarta rata, ma già si parla di “rischio ritardi”

di Domenico Pecile -

Ursula von der Leyen, Paolo Gentiloni


Via libera alla quarta rata del Pnrr, ma la Commissione già parla di “rischio di ritardi”
Poi corregge il tiro: il semaforo verde serve proprio ad evitare questo pericolo.

Disco verde dell’Ue alla revisione della quarta rata del Pnrr. È stato il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto. Le modifiche interessano 10 dei 27 obiettivi originariamente associati alla quarta rata del Pnrr, a cui si è aggiunto un ulteriore traguardo relativo al potenziamento dell’offerta di alloggi per gli studenti universitari. È stato lo stesso ministro a darne l’annuncio. “Questa mattina insieme ai miei omologhi degli Affari europei, riuniti a Bruxelles, abbiamo adottato la decisione che accoglie definitivamente le richieste di modifica, presentate dal nostro Governo, di alcuni obiettivi relativi alla quarta richiesta di pagamento del Pnrr”.

Per Fitto si tratta di un risultato molto importante anche perché a suo dire è frutto di un’intensa e proficua collaborazione tra il nostro Governo e l’Ue. “Consentirà all’Italia – ha aggiunto – di presentare la relativa richiesta di pagamento e avviare le procedure per l’esborso dei 16,5 miliardi di euro previsti per la quarta rata”. Insomma, la prova provata che l’Italia “può gestire in maniera efficiente le risorse europee, per dare impulso all’attuazione del Piano e rilanciare crescita, produttività e occupazione nel nostro Paese”. La decisione del Consiglio Ue si basa sulla valutazione della Commissione europea secondo cui le proposte di modifica dell’Italia sono giustificate e non influiscono sulla pertinenza, efficacia, efficienza e coerenza del suo Pnrr.

Il costo totale stimato del Pnrr modificato rimane invariato, pari a 191,5 miliardi di euro, di cui 68,8 in sovvenzioni e 122,6 in prestiti. “Gli investimenti che hanno trovato, grazie alla revisione, una più equilibrata definizione programmatica – si legge in una nota – vanno dalla cultura alle politiche per l’aerospazio, dagli asili nido alla transizione ecologica nei settori dell’edilizia, del trasporto stradale e di quello ferroviario, dalla sperimentazione per l’idrogeno nella mobilità ferroviaria e nei settori altamente inquinanti, al sostegno alle imprese femminili e alla lotta contro la povertà educativa”. Parallelamente all’ok dell’Unione europea c’è anche da registrare anche un alert negativo della Commissione sulla messa a terra complessiva del Pnrr. L’attuazione da parte dell’Italia è in corso – si legge nel secondo rapporto della Commissione Ue relativo al Fondo per la ripresa e la resilienza (Recovery Found), “ma con un crescente rischio di ritardi”. La Commissione ha ribadito che “procedere rapidamente all’attuazione del piano e la rinegoziazione della sua modifica è essenziale data la natura temporanea del piano in vigore fino al 2026”. In giornata, ieri, è stata la Commissione europea a intervenire per smorzare eventuali preoccupazioni. Il semaforo verde alle modifiche del piano “mirano” dunque “effettivamente a evitare il rischio di ritardi”.

Toni ottimisti e compiaciuti tra le forze di Governo. Per il senatore di Fratelli d’Italia, Nicola Calandrni, presidente della V Commissione Bilancio “il Governo Meloni ottiene un’altra importante vittoria. Lo aveva spiegato la stessa Meloni che ad ogni step ci sarebbero state polemiche e previsioni catastrofiche da parte dell’opposizione. Invece il Governo continua a lavorare per rendere il Pnrr migliore e attuabile per utilizzare le risorse destinate all’Italia”. Per Calandrini, non soltanto l’Italia è di nuovo protagonista in Europa, ma l’Europa si fida di questo Governo trovando punti di contatto non soltanto sulla gestione delle risorse del Pnrr, ma anche per altre questioni come quella migratoria. Insomma, altro che isolamento politico! Il viceministro all’Ambiente e Sicurezza energetica, Vannia Gava ha sottolineato che l’ok alla quarta rata del Pnrr conferma “l’ottimo lavoro svolto dal Governo su questo fronte. Riordiniamo un piano strategico, rendendolo più coerente alle necessità del Paese e agli obiettivi stessi del Pnrr, nonché resiliente rispetto all’attuale momento storico”. “Dovremmo gioire tutti e, invece, abbiamo già capito, da tempo, che c’è chi – all’opposizione – tifa contro di noi sperando in un fallimento dell’Esecutivo. Pazienza, ce ne faremo una ragione” è stato invece il commento del senatore e presidente nazionale dell’Udc, Antonio De Poli. Il quale ha poi aggiunto: “Ora potranno partire le procedure per l’erogazione dei 16,5 miliardi di euro previsti”. E, dunque, alla fine, “Hanno vinto realismo e concretezza”. “Dalla revisione del Pnrr, 8 miliardi in più saranno destinati al nostro ministero: e li destineremo tutti alla transizione digitale ed ecologica delle imprese”. Questo, invece, il commento del ministro alle Imprese, Adolfo Urso, all’Assemblea generale della Confindustria Trento. “Due miliardi andranno alle imprese per gli impianti green – ha aggiunto -, 1,5 miliardi alle imprese per impianti di energia rinnovabili per l’autoconsumo industriale e 320 milioni saranno destinati per finanziare la Sabatini green”.


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