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Togliere le mascherine a scuola: Costa apre, ma Ricciardi chiude

Sottosegretario favorevole a eliminare l’obbligo, il consulente di Speranza è invece contrario. Ma il Covid non colpisce gravemente i giovanissimi e il dispositivo arreca danni

di Federico Cenci -


Tra tre settimane chiudono le scuole. Chissà, forse entro quella data i nostri figli potranno finalmente togliere le mascherine in aula. Più che una previsione, resta una speranza diffusa, anzi un auspicio. Il più strenuo difensore del prolungamento delle misure restrittive, del resto, è proprio il ministro della Salute che di nome fa Roberto Speranza.

Eppure dopo le proteste di cui L’Identità ha dato conto ai lettori nei giorni scorsi, oggi qualcosa si è mosso a livello istituzionale. Ospite della trasmissione “Buongiorno” su SkyTg24, il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, raccogliendo l’indicazione del Comitato tecnico-scientifico del settembre 2020, ha detto: “Sono convinto, e lo sostenevo già da prima, che soprattutto durante le lezioni, quando i nostri ragazzi e bambini sono seduti al proprio posto, si possano togliere le mascherine”. Di qui il suo augurio che “ci possa essere lo spazio per fare una riflessione, pur consapevole che siamo certamente vicini alla scadenza dell’anno scolastico”. Togliere le mascherine, ha aggiunto, “sarebbe un ulteriore segnale positivo e di fiducia”.

L’istanza di Costa trova il favore del sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso, che anche oggi è tornato a ribadire la sua contrarietà al mantenimento dell’obbligo auspicando che venga eliminato almeno per gli esami di maturità. Ma i meno propensi a togliere le mascherine a scuola si trovano proprio nello stesso ministero in cui lavora Costa. Intervistato dall’Adnkronos, Walter Ricciardi, consigliere scientifico di Speranza, è stato categorico: “Con varianti di Sars -Cov-2 così contagiose come quelle che stanno emergendo, è opportuno e necessario essere ancora cauti. Le coperture vaccinali nelle scuole sono bassissime, non arrivano al 40%, e servirebbe sicuramente aumentarle, bisogna quindi continuare a portare la mascherina fino alla fine dell’anno scolastico”. Più che la percentuale degli studenti vaccinati (i quali possono comunque contagiare e contagiarsi), è tuttavia importante rilevare il numero dei giovanissimi che hanno avuto gravi complicanze a causa del Covid: l’Istituto superiore di sanità (Iss) sul proprio sito rende noto che sono finite in terapia intensiva 398 persone tra gli 0 e i 19 anni su oltre 3 milioni e 700mila casi accertati. Si tratta dello 0,01%. E ad ogni modo, come ha evidenziato una petizione inviata al Garante per l’Infanzia del Comune di Milano da un gruppo di genitori, diversi studi “hanno mostrato che l’utilizzo di mascherine e regole di distanziamento in ambito scolastico non sono stati determinanti per prevenire la diffusione del Covid”. Nella stessa lettera, inoltre, si mette in evidenza come nella letteratura scientifica stiano emergendo “i danni provocati sulla salute psicofisica dei bambini in termini di difficoltà di apprendimento, comunicazione e sviluppo del linguaggio”. Che il decisore politico decida finalmente di valutare questi dati scientifici è una speranza. Anzi, un auspicio.


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