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Torino

Torino, ecco la tabella che gli ultimi Sindaci da Castellani in poi non hanno consultato

di Redazione -


Giachino, ex sottosegretario alle Infrastrutture: “spiega bene il Declino economico di Torino”

Premesso che governare una Città, una Regione o un Paese è molto difficile e complesso e chiaro però che chi si candida a governare deve conoscere alcune cose fondamentali come la differenza di valore aggiunto tra un settore e l’altro della economia, una cosa scontata per ogni manager di azienda. Non a caso Benedetto Croce diceva che per un politico essere onesto voleva dire essere competente, cioè in grado di governare bene un Paese o una Città. Non a caso la politica è sicuramente l’impegno più nobile e importante che ci sia. È una Città e un Paese debbono il loro sviluppo e il loro benessere certo a imprenditori di qualità ma anche a grandi Governanti nazionali e amministratori locali. Nel Boom economico , il periodo in cui la economia Italiana cresce più di tutte le altre economie mondiali, il ruolo di DeGasperi, Fanfani, Vanoni fu persino superiore a quello di grandi imprenditori di quel tempo .

Così come negli anni  50 dell’800 Cavour e la sua grande VISION furono decisivi per darci infrastrutture e politica agraria e industriale di grandissimo livello. Ricordo a tutti che nel 1857 il più piccolo degli Stati europeo approvò il progetto dell’opera del secolo , il Traforo del Frejus. Per governare bene una azienda o una Città occorre conoscere la importanza dei settori su cui si punta per sviluppare una azienda o una Città. Se si sbagliano le scelte il declino economico e il risultato più probabile . Nel 1993 alcuni mesi dopo la elezione di Valentino Castellani il nuovo Sindaco con i suoi esperti lavorò al Primo Piano strategico per la Torino del futuro. In quel Piano si dava per scontato che l’industria non sarebbe stata più così importante per Torino e si sceglieva di puntare tutto sul Turismo, sulla cultura e sul loisir. Strano perché nello stesso periodo a Bologna e in Emilia si decideva di puntare sulla Motor VALLEY cosicché nell’ultima relazione della Fondazione Rota, messa poi a tacere perché dava fastidio, si diceva che Bologna aveva superato Torino come quota della manifattura.  Se i Sindaci di sinistra avessero studiato la tabella di cui sopra, forse avrebbero difeso di più con passione e con grinta l’industria dell’auto, magari organizzando scioperi e manifestazioni nella Mirafiori che la più sbagliata tra le scelte dell ‘Avvocato Gianni Agnelli aveva privato  dell ‘Ing. Ghidella.  Non avendo mai fatto un Bilancio consuntivo della strategia scelta la riconfermarono nel secondo Piano strategico. Non studiando  i dati dell’Istat ma solo gli articoli di stampa  compiacenti non si accorsero che neanche nel  2006 il PIL piemontese, che è condizionato per il 55% dal PIL torinese, era cresciuto sopra la media nazionale. La forte alleanza sindacato Giunte di sinistra che per la proprietà transitiva diventava alleanza con la grande Azienda porto’ in dote  la pace sociale . Misero la sordina anche alle denunce del sottoscritto, il primo che si accorse del declino. Così l’arrivo della Autorità dei trasporti arrivò da una mia proposta appoggiata dalla Unione Industriali allora presieduta da Licia Mattioli. Così la grande Piazza SiTAV fu organizzata dal sottoscritto con la collaborazione delle Madamin. Alla fine del 2021 a Torino ne’ il Comune, ne’ i parlamentari eletti si accorsero che nell’ultima Legge di Bilancio di Draghi vi era una lira a favore del settore che aveva reso grande la Città. Dovemmo intervenire io e l’on. Molinari. Ora sarà chiaro a tutti che , anche se è tardi.  Torino deve fare l’impossibile  per difendere il settore auto oltre che accelerare i lavori della costruzione della TAV e della linea 2 della Metro oltreché il completamento della tangenziale est. In nostro aiuto arriva il Centro per la Intelligenza artificiale assegnato dal Governo Meloni a Torino e che in questi giorni il Politecnico con il supporto delle Fondazioni bancarie sta implementando sempre nell’area delle OGR. Sì perché al declino economico si aggiunge il declino sociale di metà della Città perché tutte le scelte delle Amministrazioni puntano sul Centro della Città , sul Lingotto e sulle OGR. A parte l’investimento Motorola , presto abortito, nessun investimento pubblico ha interessato la metà della Città che sta male a parte la meritoria ristrutturazione ad opera della Lavazza dell’area di via Bologna. Così la bassa crescita economica della Città ha aumentato le diseguaglianze sociali e territoriali. Io non demordo e continuo a premere perché il Comune sposti qualche attività economica e un po’ di lavoro in Barriera .Una cosa è certa i dati bocciano le scelte fatte dalle amministrazioni negli ultimi trent’anni e Torino paga cara la l’obiettivo di non essere più una One Company Town. E pensare che anche nella energia il ruolo del Piemonte nel 1800 fu primario, così nella industria, così nella farmaceutica, così nelle infrastrutture. Ecco perché alle prossime elezioni i torinesi che pensano ai figli e ai più sfortunati debbono privilegiare una politica con l’anima come quella che rintracciamo nella migliore delle stagioni DC. Ho scritto queste cose perché purtroppo non sono dibattute in Consiglio comunale o regionale.

Mino Giachino iltorinese.it


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