Torna in libreria “Certe promesse d’amore” nella Trieste del 1953
“Millenovecentocinquantatré. Sul treno per Trieste, al mio terzo viaggio, non vedevo, non sentivo, non aprivo finestrini, correvo disperatamente in fuga lontano da una lettera breve e perentoria, in una busta color crème che aveva incendiato la mia testa, la portineria di casa mia, e forse tutta Torino”.
La lettera che pone fine a “certe promesse d’amore” è di Dlilah Széchenyi, la pallida fanciulla ebrea di Trieste con la quale il protagonista Aldo, ebreo torinese, condivide i sentimenti e quel “supermercato di utopie” che è il dopoguerra.
Dopo la tragedia e l’orrore, pare aprirsi un mondo di possibilità infinite. Per un giovane ebreo c’è la scommessa del sionismo, di una patria per il popolo di Israele, dove immaginare una società nuova. Proprio il crollo di quegli ideali, il sionismo e il socialismo, sono in contrappunto con la parabola amorosa, il tema di Certe promesse d’amore di Aldo Zargani, in libreria il 24 maggio per le edizioni Bibliotheka (pagine 208, 16 euro). La prima edizione del libro è uscita per Il Mulino nel 1997. Aldo Zargani ( Torino 1932- Roma 2020), scrittore ebreo, dopo la guerra ha lavorato alla Rai. Ha pubblicato con il Mulino Per violino solo, tradotto anche in tedesco, inglese e francese, e con Marsilio il libro In bilico.
Torna alle notizie in home