Attualità

Hot parade

di Redazione -


Sale: Torna, Lucio. Che ci fai, o Lucio Corsi, all’Eurovision? Che ci fai, o tenero folletto dalla voce d’oro, in mezzo a quel luna park di tamarri convocati in Svizzera da ognidove. Alle giostre, è bello andarci. Sul tagadà, a sgranocchiare noccioline tra zarri di provincia e ragazzine con la riga al centro che cantano come Noelia. Ma è roba non per te. Semmai per il re della festa, Gabri Ponte (massimo rispetto, eh) non per te. Roba per Tommy Cash, tutt’al più e le sue signore di Ostuni. Sagra, festa patronale, gente, come la presentatrice venerdì, vestita di cd come il balcone di uno spaccino non in fuga, per ora, dal cane lupo alla stazione di Bolo. Torna, Lucio.

Stabile: Solo come Orcel. Come Calimero. Nessuno lo vuole, povero Orcel. Non lo vuole Bpm, non lo vuole il governo italiano che gli fa la golden power, non lo vuole quello tedesco, né il vecchio né nuovo, non lo vuole Commerzbank dove, pur di non finire in mano a Unicredit si son fatti licenziare. Hanno scritto i cartelli. Mai con gli italiani. E chissenefrega se non c’ha neanche i baffi-neri, non mangia spaghetti e non sa suonare neppure il mandolino. Povero Orcel.

Scende: Indietro, Savoia. L’Italia si tiene i gioielli della Corona. I Savoia se ne tornano più scornati dell’8 settembre: la Corte Europea dà ragione alla Banca d’Italia. I 300 milioni e passa in gioie e brillanti (freghete!) resteranno ben custoditi nei caveau segretissimi di Palazzo Koch. Non so’ roba loro, dicono i giudici, ma cose dello Stato. E lo Stato vince sempre.


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