Domani il voto in Toscana, terza tappa delle elezioni regionali spezzatino
Giani rincorre il bis, il campo largo alla ricerca di una conferma
Domani si apriranno le urne in Toscana, terza tappa delle elezioni regionali spezzatino d’autunno. L’appuntamento, sulla carta, è il primo tra quelli che dovrebbero risultare favorevoli al centrosinistra. Eugenio Giani, l’attuale governatore e ricandidato per un secondo mandato, gode infatti di un notevole vantaggio ai blocchi di partenza, la storica forza del Pd nella regione. Nel 2020 i dem ottennero il 35% dei voti e ben 22 seggi sui 37 totali. Se la storia dovesse ripetersi, per il candidato del centrodestra Alessandro Tomasi sarebbe difficile anche solo pensare di insidiare la riconferma dell’avversario.
Nuovo test per il campo largo
Insomma, tutta un’altra storia rispetto a quanto avvenuto in Calabria. Ma anche nelle Marche, dove quello che si immaginava essere un testa a testa si è tramutato in una netta vittoria della coalizione guidata da Giorgia Meloni. Eppure, questi tre appuntamenti elettorali hanno in comune un elemento di novità. Il tentativo di rendere sistemica l’alleanza del Movimento 5 Stelle con il Pd e le altre forze di opposizione, con l’esclusione di Azione che si è sfilata. Il famoso campo largo. Finora i risultati sono stati assolutamente deludenti, sia per le percentuali in calo dei pentastellati, sia a causa di un’alleanza che in parte dell’elettorato Pd viene vista come innaturale.
I 5 Stelle da avversari ad alleati di Giani
E la Toscana, storicamente rossa, difficilmente potrà rappresentare un’eccezione, al di là del risultato di Giani. Tanto più che fino a ieri i 5 Stelle in Consiglio regionale sedevano all’opposizione di quelli che sono improvvisamente diventati alleati. Il problema si pone, dunque, certamente nell’immediato, ma soprattutto in prospettiva. Un’alleanza organica richiede, infatti, compromessi, concessioni e contrattazioni. Se per Elly Schlein cedere il candidato governatore di una regione già data per persa come la Calabria a Giuseppe Conte non è stato un grosso sacrificio, la situazione si ribalta per quanto riguarda la Campania. La scelta di Fico non solo scalza il Pd dalla guida della regione, ma ha già provocato non poche frizioni con l’uscente De Luca.
Dalle elezioni regionali spezzatino alle politiche 2027
È però guardando ancora più in là, alle politiche del 2027, che già si iniziano a intravedere le maggiori criticità per il campo largo. Su tutte una. Chi sarà il candidato premier? Schlein o Conte? E se qualcuno che fa parte della larga alleanza che va da Alleanza Verdi e Sinistra a Italia Viva proponesse un altro nome, cosa accadrà? Si celebreranno le primarie di coalizione che da qualcuno in ambienti parlamentari sono addirittura già state ventilate?
Verso una riforma della legge elettorale?
Troppi interrogativi e una sola certezza: il centrodestra è molto più attento di quanto non appaia a queste dinamiche. E si prepara ad approfittarne. La riforma della legge elettorale potrebbe trovare presto una nuova centralità e potrebbe prevedere una novità importante. L’indicazione del candidato premier sulla scheda elettorale. Al netto che il Premierato – la cui approvazione richiederebbe per forza di cose di procedere in questa direzione – veda o meno la luce. Un modo, è la convinzione della maggioranza, per far fibrillare prima del tempo la coalizione avversaria. Ammesso che il campo largo sopravviva alla lunga tornata delle elezioni regionali spezzatino d’autunno.
Torna alle notizie in home