Attualità

Trentino, lupi da abbattere: e il Tar dà ragione a Fugatti

di Ivano Tolettini -

Maurizio Fugatti


I due lupi predatori di malga Boldera, sopra Ala, nel Trentino meridionale al confine con il Veronese, possono essere abbattuti: l’ordinanza firmata qualche giorno fa dal presidente della provincia autonoma, Maurizio Fugatti, e che ha sollevato l’indignazione delle associazioni animaliste che avevano subito fatto ricorso, è legittimo. La sentenza è stata diffusa ieri mattina ed è la prima volta in Italia che viene autorizzato da un magistrato l’uccisione di un animale di specie protetta. Le associazioni hanno subito fatto sapere che si rivolgeranno al Consiglio di Stato, nel frattempo Fugatti, che nei giorni scorsi è stato attaccato duramente, ma la sua decisione viene incontro ai tanti mal di pancia del mondo agricolo e degli allevatori trentini molti dei quali non sanno più a che santo votarsi per le ripetute predazioni – e la situazione è ancora più preoccupante sull’altopiano di Asiago, ma siamo in provincia di Vicenza, dunque in Veneto – , si gode il via libero giudiziario. La notizia arriva in concomitanza anche con l’archiviazione del procedimento penale avviato a carico dello stesso Fugatti dopo le denunce ambientaliste per la cattura degli orsi M49 e M57, ma anche in questo caso è stata riconosciuta la pericolosità dei plantigradi che furono trasferiti nell’area faunistica di Casteller, alle porte del capoluogo di provincia. Il giudice ha escluso i maltrattamenti degli animali così come la volontà da parte dell’ente pubblico di arrecare un danno agli animali. I due orsi cosiddetti “problematici” erano stati catturati dal Corpo forestale trentino nel corso del 2020.
IL PERICOLO
Tornando alla decisione del Tar sulla legittimità dell’ordinanza che permette l’abbattimento dei lupi pericolosi, passa la linea del presidente che era stata avallata anche dall’Ispra in considerazione del numero delle predazioni, ben 18 (16 mucche e 2 asini) nel giro di poche settimane. “Da parte mia c’è soddisfazione perché nel valutare il ricorso contro il decreto, oltre a confermare la non minaccia alla conservazione della specie, il Tribunale regionale di giustizia amministrativa ha riconosciuto l’importanza della tutela del patrimonio zootecnico ed ambientale – spiega Fugatti -, e più in generale dell’economia della nostra montagna, temi questi che abbiamo sempre posto al centro della nostra azione di governo”. Il governatore ha sempre spiegato che non è una decisione presa a cuor leggero, come del resto nel caso degli orsi dopo che lo scorso aprile era stato ucciso il runner Andrea Papi da parte dell’orsa Jj4 che poi era stata catturata. In quel caso, però, il Tar ha accolto il provvedimento di sospensione dell’abbattimento perché gli animali possono essere trasferiti in un altro ambiente. Fugatti sottolinea che “gli eventi predatori del mese di giugno concentrati a malga Boldera costituiscono esempio di focolaio di attacco, verificatosi in sequenza entro il raggio di 5 km dalla malga e come tale con carattere di gravità che potrebbe portare ad una perdita economica diretta, che è costituita dal valore del bestiame ucciso, e indiretta, con ragionevole previsione dell’abbandono dell’attività di alpeggio, con conseguente impatto sui servizi ecosistemici connessi all’attuale assetto silvopastorale e contestuale perdita per il comparto dell’economia di montagna”. Inoltre, specifica Fugatti, “va tenuto conto delle caratteristiche temporali e del numero degli animali predati, possano essere considerate danno grave all’allevamento”. Quanto alle accuse delle associazioni animalista, Fugatti replica che deve salvaguardare gli interessi della sua gente: “Quando i pericoli e le ripercussioni sulla vita anche economica delle persone superano una certa soglia dobbiamo intervenire con serietà e rispetto di tutti”. Fugatti specifica che malga Boldera si sviluppa su 64 ettari e i lupi, che sono animali intelligenti, hanno scoperto il sistema per aggirare indenni i cavi elettrici che in teoria dovrebbero dissuaderli. Tra l’altro, nel corso del 2022 in tutto il Trentino sono stati censiti almeno 29 branchi di lupi e l’abbattimento di due esemplari problematici non contravviene la direttiva Habitat volta alla tutela degli animali e al loro equilibrato inserimento nell’ecosistema. “Prima di prendere la decisione estrema – conclude il governatore Fugatti – abbiamo valutato con i tecnici tutte le informazioni a nostra disposizione, compresa la valutazione del prelievo sul resto della popolazione dei lupi che non viene intaccata per nulla. L’esistenza di esemplari problematici è nella logica della natura”.


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