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Trump a rischio incriminazione per i documenti trafugati

di Martina Melli -

FILE - Former President Donald Trump speaks at a rally Friday, Aug. 5, 2022, in Waukesha, Wis. The FBI search of Trump’s Mar-a-Lago estate marked a dramatic and unprecedented escalation of the law enforcement scrutiny of the former president, but the Florida operation is just one part of one investigation related to Trump and his time in office. (AP Photo/Morry Gash, File)


Trump ancora a rischio incriminazione. Secondo il New York Times i legali dell’ex presidente Usa (James Trusty, John Rowley e Lindsey Halligan) avrebbero parlato con i procuratori federali e il consigliere speciale Jack Smith a proposito dei documenti riservati rinvenuti nella sua residenza in Florida. Gli avvocati hanno lasciato gli uffici del dipartimento della Giustizia senza rilasciare dichiarazioni, ma lo stesso Trump ha poi pubblicato un messaggio sulla sua piattaforma social, Truth, facendo riferimento alla possibilità di venire presto incriminato.

Come sempre The Donald semplicemente nega ogni responsabilità: “Come può il dipartimento incriminarmi se non ho fatto niente di male” – e rilancia tirando in ballo l’acerrimo nemico – “quando Joe Biden non viene incriminato di niente, incluso il fatto di avere 1850 scatole di documenti, molti dei quali riservati”.

Secondo l’accusa infatti, Trump, a fine mandato, avrebbe portato nella sua residenza di Mar-a-Lago alcuni documenti riservati che sarebbero dovuti restare nei National Archives, gli Archivi di Stato della Casa Bianca a cui spetta il compito di conservare tutti i documenti presidenziali. Gli Archivi hanno fatto sapere che l’ex presidente era perfettamente al corrente delle procedure ma non le ha rispettate. Recentemente poi, il procuratore speciale Smith sarebbe entrato in possesso di un vecchio audio in cui Trump ammette di avere portato via materiale top-secret, prova che potrebbe condurre le indagini a una svolta definitiva.

 


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