Esteri

Stato di Palestina, Trump minaccia tutti

Itamar Ben-Gvir attacca duramente la Germania tirando in ballo l'Olocausto

di Ernesto Ferrante -


Israele è sempre più isolato, ma gli Stati Uniti sembrano non accorgersene. Ogni giorno nuovi Paesi si aggiungono alla lista di chi intende riconoscere lo Stato di Palestina. L’Assemblea generale delle nazioni Unite, in programma a New York a settembre, certificherà un cambio di paradigma che sta facendo letteralmente perdere le staffe a un Donald Trump che non sa più che dazi pigliare nel tentativo di spaventare vicini e lontani.

L’ultimo a finire nella “blacklist” del tycoon è stato il Canada, dopo l’annuncio del primo ministro Mark Carney. “Wow! Il Canada ha appena annunciato che sosterrà la creazione di uno Stato palestinese. Questo renderà molto difficile per noi raggiungere un accordo commerciale con loro. Oh Canada!!!”, ha scritto il presidente degli Stati Uniti su Truth Social, attingendo ancora una volta a piene mani a un linguaggio da osteria.

Non soddisfatti dei disastri collezionati in serie nelle ultime settimane, gli Usa hanno deciso di imporre sanzioni a funzionari dell‘Autorità Palestinese e dell’Olp, affermando che le loro azioni “compromettono prospettive di pace”. In un comunicato del dipartimento di Stato, i due organismi palestinesi vengono accusati di “aver avviato azioni per internazionalizzare il conflitto con Israele, attraverso la Corte penale internazionale e la Corte dell’Aja”. E di “continuare a sostenere il terrorismo, con l’incitazione e la glorificazione della violenza (in particolare nei libri di testo) e offrire pagamenti e benefici a terroristi palestinesi e alle loro famiglie”.

“Gli Stati Uniti stanno imponendo sanzioni per negare i visti a funzionari dell’Olp e della Anp – si legge ancora nella dichiarazione – è nel nostro interesse nazionale imporre conseguenze e considerare Olp e Anp responsabili per non rispettare i loro impegni e minare le prospettive di pace”.

Soddisfazione per questa decisione è stata espressa dal ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, che su ‘X’ ha ringraziato il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, per la “lucidità morale”. Quella di Trump e della sua Amministrazione viene definita una mossa importante che “rivela la deformazione morale di alcuni Paesi che si sono affrettati a riconoscere uno stato palestinese virtuale”.

Per completare l’opera, il Senato degli Stati Uniti ha bloccato due risoluzioni, presentate dal senatore Bernie Sanders, che avrebbero impedito la vendita di armi allo Stato ebraico, in risposta alle vittime civili di Gaza.

Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul, prima del suo viaggio in Israele e nei territori palestinesi, ha detto che “una soluzione negoziata a due Stati resta l’unica via che può offrire alle persone di entrambe le parti una vita in pace, sicurezza e dignità”. “Per la Germania, il riconoscimento di uno Stato palestinese avviene più che altro alla fine di questo processo. Ma tale processo deve iniziare ora”, ha proseguito Wadephul. “80 anni dopo l’Olocausto, la Germania torna a sostenere il nazismo”, ha replicato il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir.

Anche il Portogallo “sta valutando il riconoscimento dello Stato palestinese, come parte di una procedura che potrebbe concludersi durante la settimana dell’80esima Assemblea generale delle Nazioni Unite, che si terrà a New York a settembre”.

In Belgio la questione ha creato un “caso politico”, con i liberali contro socialisti. La tenuta del governo è a rischio.


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