Trump mira alla tasca delle testate che lo criticano: ora è il turno del New York Times
Il tycoon ha accusato il giornale di essere di parte. Chiesti 15 miliardi di dollari
Il presidente americano Donald Trump ha annunciato la decisione di fare causa al New York Times per diffamazione dopo che il quotidiano aveva scritto dei suoi legami con il finanziere pedofilo Jeffrey Epstein. In un post su Truth Social, il presidente degli Stati Uniti ha affermato di avere avuto “il grande onore di intentare una causa per diffamazione e calunnia da 15 miliardi di dollari” contro “uno dei peggiori e più degenerati giornali nella storia del nostro Paese”. Nel suo lungo post, Trump accusa il New York Times di essere di parte, a favore dei democratici. “È stato permesso loro di mentire, diffamarmi e calunniarmi liberamente per troppo tempo”, ha aggiunto.
L’affondo di Trump
Il capo della Casa Bianca ha scritto su Truth: “Il loro sostegno a Kamala Harris è stato addirittura messo in primo piano sulla prima pagina del New York Times, cosa mai vista prima! Il Times ha mentito per decenni sul vostro presidente preferito (IO!), sulla mia famiglia, sui miei affari, sul movimento America First, sul MAGA e sulla nostra nazione nel suo complesso”.
“La causa – ha concluso il tycoon – è stata intentata nel grande Stato della Florida. Grazie per l’attenzione dedicata a questa questione. Rendete di nuovo grande l’America!”.
La tattica dei suoi avvocati
La strategia di Trump contro le grandi testate statunitensi sembra ormai consolidata. La squadra di legali che lo assiste mira a colpire alle tasche i presunti diffamatori. A luglio ha citato in giudizio il Wall Street Journal, due suoi giornalisti e le società editoriali Dow Jones e News Corp, chiedendo oltre 10 miliardi di dollari per un articolo relativo a un biglietto osceno che avrebbe scritto a Jeffrey Epstein. E non vanno dimenticate le stangate ad ABC News e Paramount per le interviste elettorali con la sua sfidante “dem” Kamala Harris.
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