Trump non si ferma: l’ordinanza per il ripristino della cauzione in attesa del processo
Il Presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo per la città di Washington D.C. secondo cui i fondi federali potranno essere trattenuti e non erogati se non viene abbandonata l’attuale politica nei confronti di chi viene arrestato, a favore del ripristino della previsione di un pagamento di una cauzione per poter uscire di galera prima del processo. Naturalmente l’ordine potrà essere esteso anche ad altre città e/o stati.
Il Distretto di Columbia ha eliminato la cauzione senza contanti già nei primi anni Novanta. Da allora sono i giudici che decidono se un imputato può essere un problema per la sicurezza pubblica se lasciato a piede libero o se c’è rischio di fuga. Il problema è che Trump mette in discussione proprio la valutazione che viene fatta dai magistrati sui vari imputati.
Solo per fare un esempio, l’amministrazione della Casa Bianca ha citato il caso di Gerald Andre Thomas, accusato di aver ucciso una persona e ferito altre quattro nel gennaio del 2022. Un giudice della Corte Superiore di Washington lo ha scarcerato tre mesi dopo. L’imputato quindi è stato arrestato un altro paio di volte mentre si trovava in regime di libertà preventiva fin quando non è stato accusato di tentato omicidio a novembre del 2023. Da allora è in prigione e verrà processato l’anno prossimo. Proprio le politiche di rilascio prima dell’inizio del processo, secondo il presidente americano hanno contribuito al dilagare della criminalità a Washington D.C., obbligando le forze dell’ordine ad arrestare gli stessi individui più volte. È meglio che i criminali siano trattenuti in una prigione federale piuttosto che vadano in giro per strada liberi di delinquere nuovamente. Questo il pensiero del Presidente americano. Tornando al problema della cauzione utilizzata per uscire di prigione nella prima fase dell’arresto, bisogna specificare che è stata eliminata perché considerata discriminatoria. La disponibilità economica non può determinare la libertà o meno di un individuo. Le persone di colore poi sarebbero ancora più discriminate in quanto generalmente meno abbienti. C’è chi ritiene che la fissazione di una somma di denaro in contanti violi la garanzia prevista dal quattordicesimo Emendamento di un giusto processo, creando un sistema fondato sulla ricchezza senza considerare ciò che davvero conta: la sicurezza della comunità. Inoltre l’ottavo Emendamento vieta di stabilire una cauzione eccessiva. Nella realtà invece gli importi fissati sono molto alti, tanto che anche i soggetti con un buon reddito non possono permettersi di pagarle. Trattenere in carcere degli individui solo perché non possono permettersi il versamento di una cauzione contrasta con il principio di presunzione di innocenza, violando il diritto alla libertà in attesa di un giusto processo. Se non viene prevista una somma di denaro, il criterio di rilascio dell’imputato sarà solo quello relativo alla valutazione di un rischio in base al soggetto di volta in volta catturato. Ciò comporta ovviamente una riduzione del numero di persone detenute in carcere prima di un processo. Chi è favorevole a non avere una cauzione in contanti nella fase preprocessuale fonda la sua opinione su diversi studi e sondaggi in base ai quali risulta che i soggetti non detenuti prima del processo tendono a continuare a delinquere, non solo perché per molti il crimine è una scelta di vita, ma anche perché dopo essere stati rilasciati più volte sono consapevoli che possono permettersi di perseverare nei loro atteggiamenti contro la comunità. Per esempio il taccheggio, considerato un reato minore per il quale non prevedere una cauzione, negli ultimi anni è aumentato notevolmente. D’altronde uno dei motivi per cui Trump è stato rieletto è proprio quello di aver promesso di combattere il crimine con ogni mezzo e ripristinare la sicurezza non solo nelle singole comunità ma anche e principalmente a livello nazionale.
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