Esteri

Trump prolunga la guerra in Ucraina con i soldi della Nato e dell’Ue

Il tycoon ha affermato di essere molto scontento del presidente russo Vladimir Putin

di Ernesto Ferrante -


“L’importante dichiarazione da fare sulla Russia” è arrivata. Donald Trump ha annunciato che le batterie di Patriot saranno inviate a Kiev “nel giro di pochi giorni”. Sugli armamenti, sono state confermate le indiscrezioni dei giorni scorsi: a pagare la guerra sarà la Nato. “Noi produciamo il migliore equipaggiamento, i migliori missili, il meglio di tutto, i Paesi europei lo sanno e abbiamo fatto un accordo oggi, in base al quale noi invieremo le armi e loro pagheranno”, ha spiegato il tycoon, parlando nello Studio Ovale accanto al segretario generale della Nato Mark Rutte.

Armi subito e dazi all’orizzonte

Prevista anche un’opzione di tipo economico: “Avremo delle tariffe molto severe se non abbiamo un accordo in 50 giorni, del 100%, chiamiamole tariffe secondarie”. Trump ha affermato di essere molto scontento del presidente russo Vladimir Putin. Il senatore Lindsey Graham ha proposto di dazi punitivi fino al 500% contro i Paesi che sostengono la Russia.

Trump ha detto di aver pensato di aver raggiunto un accordo con la Russia sul conflitto in Ucraina “circa quattro volte, e ora ne stiamo ancora parlando”. Dura la sua conclusione sul l’omologo russo, destinata ad avere ricadute sui negoziati: “Non voglio dire che è un assassino, ma è un tipo duro, ha imbrogliato Clinton, Bush, Obama, Biden, ma non ha imbrogliato me”. E ancora: “Parlo molto con lui per poter concludere le cose e sempre finisco pensando ‘che bella conversazione’ e poi vengono lanciati missili contro Kiev o un’altra città. Dopo che questo succede tre, quattro volte, allora parlare non significa nulla”.

Rutte avalla l’operazione di Trump

“È del tutto logico che gli europei paghino per le armi inviate all’Ucraina”, ha dichiarato Rutte, definendo una “intesa davvero importante” quella raggiunta con il capo della Casa Bianca. I costi graveranno anche sull’Ue: “Gli europei stanno subentrando anche su questo”, ha proseguito. Il segretario generale della Nato ha reso noto di essere in contatto con “numerosi Paesi” che vogliono aderire al patto, fra cui Finlandia, Danimarca, Svezia, Norvegia, Gran Bretagna, Olanda e Canada.

“Ed è solo la prima ondata, ce ne saranno altri”, ha assicurato l’ex ministro-presidente dei Paesi Bassi, prima di lanciare un avvertimento al presidente russo: “Se oggi fossi Vladimir Putin, riconsidererei la possibilità di prendere i negoziati sull’Ucraina più seriamente di quanto non stia facendo al momento”.

Zelensky-Kellogg

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha incontrato a Kiev l’inviato speciale degli Stati Uniti Keith Kellogg. “Abbiamo avuto una conversazione produttiva. Abbiamo discusso del percorso verso la pace e di cosa possiamo fare concretamente insieme per avvicinarla”, ha scritto Zelensky su ‘X‘. Il presidente ucraino ha chiarito che durante i colloqui si è discusso del “rafforzamento della difesa aerea ucraina, della produzione congiunta e dell’approvvigionamento di armi di difesa, in collaborazione con l’Europa”.

L’Ucraina confida “nella leadership degli Stati Uniti, poiché è chiaro che Mosca non si fermerà a meno che le sue irragionevoli ambizioni non vengano frenate con la forza”. “Sono grato al presidente Trump per gli importanti segnali di sostegno e le decisioni positive per entrambi i nostri Paesi. Apprezziamo profondamente il sostegno del popolo americano”, ha continuato l’ex comico.

Il commento di Peskov

La Russia ha reagito con apparente calma al nuovo atteggiamento statunitense. “Per noi, è molto importante che il signor Keith Kellogg, in qualità di rappresentante di Donald Trump, continui gli sforzi di mediazione come parte del processo di soluzione del conflitto russo-ucraino”, ha fatto sapere il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, durante un punto stampa.

Peskov si è astenuto dal criticare Washington dopo che Trump ha “ufficializzato” l’invio dei missili Patriot all’Ucraina. “Molto è stato detto sul fatto che tutto ciò sia costoso e così via. Ora sembra che saranno i Paesi europei a pagare per queste forniture. Qualcosa lo pagheranno, qualcos’altro no. Ma resta il fatto che la fornitura di armi, munizioni ed equipaggiamento militare dagli Stati Uniti all’Ucraina è continuata e continua ancora”, ha chiosato il portavoce.


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