Politica

Tunisia, allarme migranti Meloni: “Sono preoccupata Servono 1,9 miliardi”

di Maurizio Zoppi -

SERGIO MATTARELLA, ANTONIO TAJANI MINISTRO, GIORGIA MELONI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO


In Europa, pare muoversi qualcosa sul versante dell’emegenza migranti. Mentre in Italia passava in prima lettura al Senato il decreto Cutro, il Parlamento europeo ha dato il primo ok al nuovo Patto Ue per la migrazione e l’asilo, la proposta che mira a colmare l’assenza di un vero sistema comune di gestione dei migranti. Tra le novità, una interessa l’Italia: in caso di “situazione di crisi”, tutti gli Stati Ue dovranno offrire assistenza al Paese di arrivo dei migranti. Se le norme approvate in questi giorni a Strasburgo saranno confermate tutti i Paesi Ue saranno legalmente obbligati a contribuire in base al loro Pil e alla popolazione, aiutando lo Stato di destinazione dei flussi. Le proposte determinano la posizione del parlamento sul controverso tema della migrazione, in vista dei negoziati con gli Stati membri dell’Ue. Concedono ai membri un anno per riformare il loro sistema di asilo prima delle elezioni europee programmate nel maggio 2024. “Se perdiamo questa occasione per rimediare, non credo che ne avremo un’altra”, ha detto il deputato socialista spagnolo Juan Fernando López Aguilar. “O adesso, o mai più”. I legislatori dell’Ue propongono che se un paese membro viene colpito da un arrivo di massa di migranti, si attiverebbe un meccanismo di crisi a livello europeo per condividere la responsabilità delle persone in arrivo. I migranti, quindi, potrebbero essere ricollocati sulla base di eventuali “legami significativi”. Questi includono anche: legami familiari, o studi pregressi negli istituti europei. L’idea è che un trasferimento ben ponderato scoraggerebbe i migranti dal cercare in futuro, un paese migliore in cui stabilirsi. Queste proposte a Strasburgo hanno incassato il voto favorevole – oltre che del centrosinistra – di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega. Ma gli europarlamentari italiani dei due gruppi più a destra del Parlamento Ue – Conservatori e riformisti europei e Identità e democrazia – sono stati gli unici a sostenere il provvedimento. Il voto contrario degli alleati europei di Giorgia Meloni e Matteo Salvini anticipa le tensioni che accompagneranno i negoziati finali sul nuovo Patto sulla migrazione, con l’opposizione scontata di Polonia e Ungheria. Nel frattempo, la Meloni continua a mandare messaggi di collaborazione ai paesi membri dell’Ue attraverso le sue dichiarazioni politiche. “L’immigrazione è un fenomeno che va regolato, non possiamo permettere che siano i trafficanti a scegliere chi arriva in Italia. Sono loro i primi nemici di chi può trovare accoglienza e ricostruire la propria vita in Italia”. Ha affermato la premier Giorgia Meloni. “L’immigrazione – dice Meloni – non è un tema a parte rispetto al quadro geopolitico che ho cercato di descrivere. Il conflitto in Sudan, la presenza del gruppo Wagner in Africa, come ha ricordato il presidente Mattarella, sono un altro capitolo della lunga guerra tra potenze vecchie, nuove, emergenti. Nell’ultimo Consiglio europeo questo dato è emerso con chiarezza e abbiamo accolto con soddisfazione il dibattito per la qualità e le decisioni che sono maturate. Ho informato i partner europei e non solo ho trovato ascolto, ma piena collaborazione. Tutti sanno quali sono i problemi e le dimensioni della sfida. Non è più tempo di discutere, ma di agire. Il problema della frontiera sud non è solo dell’Italia ma dell’intera Europa. La situazione in Tunisia mi preoccupa ogni giorno che passa, ha bisogno di una risposta urgente, i servizi ci dicono che una potenziale ondata di 900mila persone si prepara a sbarcare sulle coste dell’Europa”. In questo quadro, per la presidente del Consiglio “va sbloccato il finanziamento di 1,9 miliardi del Fondo monetario internazionale alla Tunisia, devono muoversi l’Unione Europea e la Banca Mondiale” con “una collaborazione che va oltre i confini della Ue” perché “l’Africa ha bisogno di un’azione anche degli alleati”. Il naufragio avvenuto a Cutrò, qualche tempo fa o al largo di Lampedusa, costato la vita a numerose persone, sono soltanto due episodi, di una serie di tragedie del mare che hanno assunto la natura di una vera e propria emergenza. Uomini in fuga da situazioni di guerra e disordine cercano un approdo nella “fortezza Europa”, trovando spesso sofferenza e morte. Diventa sempre più evidente come l’approccio europeo basato sulla mera gestione dell’emergenza non sia più sufficiente a fare fronte a una situazione sempre più problematica. Anche il presidente Mattarella ha lanciato impulsi a Bruxelles per attivare i motori in merito all’emergenza migranti. Se qualche settimana fa, Mattarella, ha definito “norme preistoiriche” quelle adottate dall’Ue, in materia di immigrazione; proprio ieri, lancia un nuovo messaggio. “Mi piacerebbe pensare a un nuovo rinascimento europeo, aperto al mondo intero. La fraternità europea va intesa come consapevolezza di comune destino e va oltre la solidarietà. L’espressione dei padri costituenti ‘completarsi a vicenda’, per Mattarella, “rappresenta quanto di più significativo si possa immaginare per l’Europa ‘unione delle diversità’, ispirata da una visione che sappia guardare lontano, senza il rischio della lusinga dell’inciampo in barriere artificiosamente create”.

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