Turchia: bruciano 20 tonnellate di marijuana all’aria aperta, migliaia di intossicati a Lice. Monta la protesta
LICE (Turchia) — Quello che doveva essere un’operazione dimostrativa contro il narcotraffico si è trasformato in un disastro sanitario e ambientale. Nella provincia sudorientale di Lice, a maggioranza curda, migliaia di residenti sono stati involontariamente esposti a fumi tossici dopo che le autorità turche hanno deciso di distruggere ben 20 tonnellate di marijuana sequestrata, incendiandola all’aria aperta e a pochi chilometri dai centri abitati.
Il maxi-sequestro, risalente alla scorsa settimana, riguardava coltivazioni illegali scoperte nelle zone rurali della provincia. Una volta raccolte e pressate in balle, le piante sono state sistemate dalla gendarmeria in modo scenografico, componendo la scritta “Lice”, visibile dall’alto grazie a un drone, prima di essere date alle fiamme. Il gesto, concepito come un’operazione simbolica contro il traffico di droga, ha però avuto conseguenze pesantissime per la popolazione locale.
Fumo acre e malori a catena
Le nuvole di fumo generate dalla combustione si sono sollevate rapidamente, spinte dai venti primaverili verso i villaggi circostanti. Secondo i dati diffusi da fonti locali, circa 25.000 persone sono state esposte ai fumi, con centinaia di segnalazioni di malori, nausea, vertigini e difficoltà respiratorie, soprattutto tra i bambini. Le scuole hanno registrato un picco di assenze e molti alunni sono rientrati a casa visibilmente debilitati.
“Non possiamo neppure aprire le finestre, l’odore è insopportabile da giorni. I nostri figli stanno male e nessuno ci ascolta,” racconta una madre del villaggio di Kayacık, tra i più colpiti. “La droga va bruciata, ma non così. Servono forni speciali, lontani dalle case.”
Una gestione che divide
La decisione delle autorità ha suscitato critiche anche tra esperti ambientali e medici. Secondo il dottor Mehmet Yildiz, tossicologo presso l’ospedale di Diyarbakir, “la combustione incontrollata di cannabis in quantità così elevate può sprigionare composti psicoattivi nell’aria, oltre a sostanze cancerogene. È incredibile che non si siano adottate misure di contenimento.”
Non sono mancate le reazioni politiche. Alcuni esponenti locali del partito filocurdo HDP hanno accusato il governo centrale di “totale disprezzo per la salute pubblica nelle regioni periferiche”.
Richieste di chiarimenti e un’indagine attesa
La popolazione ora chiede chiarezza e responsabilità. Diverse associazioni civiche e gruppi per i diritti umani hanno avviato una raccolta firme per spingere il governo turco ad aprire un’indagine sull’accaduto.
Nel frattempo, mentre il fumo si dissolve lentamente nell’aria di Lice, resta denso il clima di rabbia e indignazione tra i residenti. Una cosa è certa: la lotta alla droga non può e non deve trasformarsi in un nuovo pericolo per la salute pubblica.
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