Gli ambienti di cura e protezione sotto accusa
Da giorni è su tutta la stampa il caso della famiglia del “bosco”, per la quale la macchina delle “tutele” per i minori si è mossa con una rapidità straordinaria, portando via alla famiglia i figli alle prime notizie di un possibile stile di vita incompatibile con la loro salute e con la loro formazione. I pm, gli assistenti sociali, le forze dell’ordine, si sono attivati immediatamente per “fare giustizia” di ciò che è stato considerato inaccettabile e dannoso per dei minorenni, per riportarli – si è detto – in un alveo di “protezione”.
Un caso simile ma tempistiche differenti
Non si capisce perché in altre situazioni, invece, ben più gravi, il tema della velocità di intervento non sia considerato prioritario, tantomeno quello dell’accertamento dei fatti e dei possibili danni a carico di bambini innocenti. Mi riferisco, in particolare, al caso del ragazzo autistico ospitato in un centro di riabilitazione nel comasco, Villa Santa Maria, che evidenzia ritardi incomprensibili nell’accertamento della verità rispetto a quanto avvenuto nel caso dei bambini nel bosco. La famiglia del bambino affetto da spettro autistico denunciò infatti presunti maltrattamenti, documentando ecchimosi e lesioni fin dal 2020, riportati in ben 3 interrogazioni parlamentari e di altro atto ispettivo presso la Regione Lombardia. Presentate rispettivamente dall’On.le Luciano Ciocchetti, dal Sen. Maurizio Gasparri e dal Sen. Sergio Rastrelli.
Vicende a confronto
Ora, nonostante questi “pesanti” interventi politici si è ancora lontanissimi dall’accertamento della verità. Eppure nell’estate scorsa ben 14 operatori della stessa struttura hanno ricevuto l’avviso di chiusura indagini per altri presunti maltrattamenti.
Riassumiamo tutta la vicenda: il ragazzo, che chiameremo Francesco, affetto da spettro acustico, viene ospitato in regime residenziale presso l’Istituto “Villa Santa Maria” a Tavernerio (Como); nel corso del periodo di ospitalità i genitori rilevano al rientro periodico in famiglia che il ragazzo presenta sul proprio corpo ecchimosi, graffiature, morsicature e tumefazioni. Tutte documentate e filmate e fatte presenti ai responsabili della struttura; il 10 novembre 2021, Francesco viene trasportato in ambulanza presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Erba dove viene diagnosticata frattura al braccio, nello specifico dell’omero destro.
Si attende giustizia
Da allora, cioè da ben 4 anni, si aspetta ancora giustizia e la verità è ancora da accertare perché si è arrivati a contestare che le lesioni fossero frutto di maltrattamenti, nonostante la copiosa documentazione fotografica prodotta dall’Avv. Piero Porciani che assiste la famiglia del bambino. Infatti il Procuratore della Repubblica, Dottor Massimo Astori per ben due volte ha chiesto l’archiviazione delle denunce, ritenendo che non si debba procedere nei confronti dei responsabili di Villa Santa Maria.
Ma è più strano, se non più grave, che lo stesso Procuratore ha rinviato a giudizio 14 (diconsi quattordici) operatori di Villa Santa Maria per reati di vari maltrattamenti nei confronti di numerosi minori ospiti e le indagini che sono alla base del rinvio a giudizio di questi 14 operatori si sono svolte proprio nello stesso periodo di tempo di quelle che hanno portato, invece all’archiviazione del procedimento relativo al piccolo Francesco. Eppure nello stesso periodo di tempo di indagini la famiglia denunciante ha “inondato” l’Istituto Villa Santa Maria di comunicazioni e foto che documentavano i danni fisici e psichici subiti dal loro bambino.
Tutela e giustizia per tutti i minori
Come si vede, rispetto al caso dei bambini nel bosco, dove l’intervento giudiziario è stato veloce e deciso per tutelare i minori – si dice -, su questa vicenda la risposta della magistratura appare estremamente lenta e con molte incertezze, eppure sono sotto accusa ambienti di cura e protezione.
Questa discrepanza tra la rapidità di azione giudiziaria nel caso dei bambini nel bosco e la lentezza, la estrema lentezza, nel riconoscimento di maltrattamenti su persone vulnerabili in strutture pubbliche pone questioni importanti sul funzionamento e l’efficacia del sistema giudiziario nel tutelare i minori e le persone fragili, evidenziando come la verità e la giustizia non coincidano sempre con una tempestiva azione giudiziaria coerente e completa.
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