Esteri

TUTTI CONTRO TUTTI

di Ernesto Ferrante -


Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha usato parole di fuoco contro gli Stati Uniti e l’Occidente. “La politica di Washington e dei suoi alleati europei per trasformare l’Ucraina in un in una roccaforte anti-russa ha raggiunto il punto di non ritorno”, ha detto il braccio destro di Vladimir Putin in un discorso alla Duma. L’Occidente “vuole trasformare la Russia in uno stato canaglia”, ma “non è riuscito a isolarci” ha attaccato il capo della diplomazia di Mosca, sottolineando che il presidente Putin adotta una “politica estera finalizzata la rafforzamento della difesa degli interessi nazionali, ma anche della cooperazione internazionale”. E questo nonostante “gli Stati Uniti e i loro alleati stiano conducendo contro di noi una guerra ibrida che è stata preparata per molti anni”, il cui scopo “non è solo sconfiggere il nostro Paese sul campo di battaglia, distruggendo l’economia russa, ma anche circondarci di un cordone sanitario, trasformandolo in una specie di Paese emarginato”.
Nella stessa giornata, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato nel suo intervento al Parlamento europeo il decimo pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia, “con nuovi divieti commerciali e controlli sulle esportazioni di tecnologie russe”. Ad innalzare il livello della tensione, già alle stelle, ha contribuito Josep Borrell, Alto Rappresentante per la politica estera dell’Ue: “Putin ha già perso la battaglia dell’energia, così come sta perdendo la battaglia politica e morale della guerra, e sta perdendo sul piano militare, anche se l’Ucraina non ha ancora vinto”. “Le sanzioni sono come un veleno ad azione lenta – ha proseguito Borrell – inevitabilmente producono effetti, in modo irreversibile. L’economia russa pagherà un prezzo altissimo per questa guerra. Hanno perso il loro principale cliente energetico, l’Europa, che non tornerà, e sarà quasi impossibile per loro trovare un cliente alternativo per il loro gas perché la Cina è troppo lontana”. Approccio decisamente bellicista quello dello spagnolo: “Abbiamo armato l’Ucraina ma dobbiamo continuare con gli aiuti militari e dobbiamo aumentarli”.

 

Il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha commentato sarcasticamente il discorso di von der Leyen all’europarlamento riunito in plenaria: “La ginecologa di più alto rango della Ue, con malcelata gioia, sta calcolando le perdite della Russia a causa della nuova ondata di sanzioni, ma non conta le perdite delle sue società”. “Ahimé, qui non valgono le regole mediche, cura te ipsum! Dottore guarisci te stesso”, ha concluso beffardamente Medvedev.

 

Di escalation ha parlato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, al termine del vertice dei ministri della Difesa. “È da quasi un anno che la Russia ha lanciato la sua invasione dell’Ucraina, il più grande conflitto in Europa dalla Seconda guerra mondiale. Non vediamo alcun segnale che la Russia si stia preparando alla pace, al contrario sta lanciano nuove offensive”, ha avvertito Stoltenberg. Il segretario generale ha salutato l’impegno degli Alleati a rafforzare gli aiuti, con armi pesanti ed addestramento militare e reso noto che i ministri presenti hanno parlato delle azioni a favore di altri paesi “a rischio”, tra cui Georgia, Bosnia Erzegovina e Moldavia.


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