PRIMA PAGINA – Domani tutti in piazza (pure Hamas). Il caos a sinistra che spacca i dem
La sinistra italiana scende in piazza domani rispondendo alla chiamata a raccolta del Partito democratico nel segno della pace. La manifestazione intitolata “Per un futuro più giusto. L’alternativa c’è”, a Roma a piazza del Popolo a partire dalle 14, è contro le politiche del governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni ma soprattutto, visto il conflitto in corso tra Hamas e Israele, è in difesa dei civili palestinesi a Gaza. “La piazza chiede di proteggere le popolazioni civili. Dopo l’odio seminato da Hamas, rischiamo ulteriore odio a causa della punizione collettiva di Israele e l’uccisione dei bambini palestinesi”, ha detto Marco Furfaro, responsabile Pd delle Iniziative politiche, Contrasto alle diseguaglianze, Welfare, intervistato dal Fatto Quotidiano.
Due sono i crucci che più angosciano la segretaria del Pd Elly Schlein, che vuole misurare la capacità di mobilitazione del suo partito: il meteo – il maltempo potrebbe scoraggiare chi vorrebbe aderire – e le bandiere in piazza – sono ufficialmente vietate quelle pro-Palestina, così come quelle di Israele. Il servizio d’ordine del Pd è pronto: sono ammesse soltanto le bandiere arcobaleno. Ciò che preoccupa non poco la Schlein è che bandiere inopportune svolazzanti alla manifestazione di domani sarebbero l’immagine plastica di una sinistra spaccata. D’altronde, in piazza si riuniranno tutte le opposizioni (ad eccezione dei centristi di Italia Viva e Azione, che in effetti sono anche aperti a collaborare con la maggioranza sul fronte delle riforme): insieme al Pd ci saranno il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte (folgorato sulla via della sinistra) e anche Alleanza Verdi e Sinistra di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.
Dopo l’attacco di Hamas in territorio israeliano dello scorso 7 ottobre, la leader dem ha cercato di non sbilanciarsi troppo, condannando i miliziani palestinesi da una parte e sostenendo dall’altra “il diritto di Israele a difendersi nel solco del diritto internazionale”. La Schlein chiede il cessate il fuoco umanitario a Gaza, fatto che implica l’interruzione dell’invasione militare della Striscia da parte di Israele. Così come lo stop ai bombardamenti sui civili. Tuttavia, come è noto, Tel Aviv non intende fermarsi fintanto che Hamas non sarà cancellata dalla Striscia. In questo scenario dunque chiedere la pace diventa complicato, sebbene sia la scelta giusta (e l’unica posizione possibile da assumere sul conflitto in corso).
Peraltro la piazza rischia di non lanciare un messaggio di pace, così come rischia di mostrare una sinistra divisa, cosa che non farebbe bene alla sinistra né al popolo palestinese. A tal proposito Igor Taruffi, organizzatore della manifestazione di Roma, che ha predisposto decine di pullman e treni da tutta Italia, assicura che “il servizio d’ordine sarà presente” e “vigilerà”. Pertanto, se dovessero spuntare bandiere palestinesi (o peggio ancora di Hamas), il servizio d’ordine del Pd interverrà. Il punto però è che se l’ordine è di far sparire le bandiere “sbagliate” c’è effettivamente il rischio che spuntino fuori. Perché nella piazza della sinistra, che non è solo quella del Pd, statisticamente potrebbero andarci quelli che stanno con la Palestina ma non condannano Hamas, affermando che per la popolazione civile, imprigionata nella Striscia, la lotta armata di liberazione contro l’oppressore sia l’unica opzione possibile. Peraltro – va detto per dovere di cronaca – storicamente la sinistra italiana è stata al fianco dei movimenti di liberazione in tutto il mondo, Palestina compresa. Ma per il bene dei palestinesi e per spingere con convinzione verso la pace, la piazza domani dovrà apparire compatta (più della sinistra stessa), sotto le bandiere arcobaleno e basta. In tal senso, la Schlein teme che sventolino le bandiere “sbagliate” almeno quanto teme un acquazzone di ore e ore che impedirebbe a piazza del Popolo di riempirsi (anche se il maltempo in effetti coprirebbe un flop non dovuto al meteo).
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