Cultura & Spettacolo

Tutto ciò che dobbiamo imparare da Franca Valeri, la signorina snob

di Nicola Santini -


Dopo aver omaggiato La Madre Di Tutte Le Cantanti con il volume Mina per neofiti. La vita, la voce, l’arte di una fuoriclasse, il giornalista e autore televisivo Aldo Dalla Vecchia dedica un saggio appassionato e minuzioso alla Numero Uno di sempre (e per sempre) del teatro e dello spettacolo italiani, l’immensa Franca Valeri, scomparsa il 10 agosto 2020 dieci giorni dopo aver compiuto 100 anni.
Il volume, pubblicato da Graphe.it edizioni (82 pagine, 8 euro) s’intitola Viva la Franca. Il secolo lieve della Signorina Snob, ed è un omaggio pieno d’amore alla lunga e straordinaria carriera di Franca Norsa (questo il suo vero nome) nei tanti ambiti che l’hanno vista protagonista assoluta e, ahinoi, senza eredi.
Come spiega l’autore nell’introduzione, “Franca Valeri è un tesoro nazionale, che in un secolo di vita e otto decenni di carriera ha spaziato in ogni forma d’arte e in tutti i mezzi di comunicazione: il teatro, la radio, il cinema, la televisione, la pubblicità, l’editoria. La Valeri è autrice, attrice, comica, drammaturga, regista. Alla base di tutto, come lei stessa ha spesso ricordato, c’è la scrittura: così esatta, così raffinata, così sottile, che le ha permesso di creare maschere immortali che ancora oggi ci accompagnano. Tutti conoscono la Santissima Trinità composta dalla Signorina Snob, Cesira la manicure, la Signora Cecioni. Ma l’arte della Valeri è tanto altro”.
Ogni capitolo di Viva la Franca (che in queste settimane è finalista al prestigioso Premio Nabokov nella sezione saggistica) approfondisce nel dettaglio, con titoli, date, aneddoti poco conosciuti e tante citazioni d’autore, un singolo aspetto del multiforme ingegno della Franca: primadonna a teatro (dall’avventura parigina del Teatro dei Gobbi ai grandi successi solisti dei decenni successivi); voce radiofonica per antonomasia (la celeberrima Signorina Snob nasce in un primo momento alla radio, divenendo immediatamente quel che oggi si chiamerebbe “tormentone”); irresistibile al cinema (un titolo per tutti: Parigi o cara); presenza luminosa e costante negli anni d’oro del piccolo schermo (chi vuole vada a rivedersi su YouTube i suoi tanti sketch e i duetti folgoranti con Mina); testimonial pubblicitaria ante litteram (era l’epoca del Carosello in onda subito dopo il telegiornale della sera, quando la tivù era in bianco e nero e aveva due soli canali); soprattutto, e prima di ogni altra cosa, scrittrice finissima e acuta come nessuno (il suo Diario della Signorina Snob a sette decenni di distanza rimane fresco e attuale, scritto straordinariamente bene e divertente come pochi altri testi di ieri e di oggi).

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