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Twitter, cinguettii d’allarme: multa di 150 milioni di dollari e maxicausa da parte degli investitori

Batosta per Twitter: la piattaforma pagherà 150 milioni di dollari di multa per il mancato rispetto dei dati personali degli utilizzatori fra il 2013 e il 2019.

di Ilaria Paoletti -


Batosta per Twitter: la piattaforma pagherà 150 milioni di dollari di multa per il mancato rispetto dei dati personali degli utilizzatori fra il 2013 e il 2019. Lo ha reso noto il ministero della Giustizia Usa. L’accordo firmato con la società prevede altresì l’obbligo per il social di rispettare la riservatezza delle informazioni personali. Le autorità statunitensi accusano infatti il sito di aver nascosto ai suoi utenti l’utilizzo di dati indebitamente acquisiti per permettere alle imprese partner di inviare pubblicità mirate. Elon Musk, tuttavia, per ora sembrerebbe non crucciarsene, anzi: il tycoon ha aumentato a 33,5 miliardi di dollari l’impegno diretto messo a disposizione con i suoi soci per l’acquisto del social network. Lo dimostrerebbe un documento depositato presso la Fed, che riduce a 13 miliardi di dollari l’importo chiesto in prestito dalle banche. Tale notizia sembrerebbe fugare eventuali dubbi circa l’effettivo interesse del patron di Tesla nell’acquistare del gigante social, dubbi esplosi dopo la battaglia intrapresa dal milionario per sapere il numero esatto di account bot e profili falsi presenti sul sito. Musk avrebbe anche avviato colloqui con altri azionisti di Twitter, tra cui il co fondatore Jack Dorsey: l’obiettivo sarebbe quello di convincerli a contribuire al finanziamento dell’operazione oppure ad arrotondare le quote di capitale in loro possesso. Peccato che proprio Dorsey abbia deciso di lasciare il board della compagnia. Già in novembre la società aveva annunciato il suo addio, corrispondente alla scadenza del suo mandato. Musk ha commentato la decisione con un tweet: “Sono un fan di Jack. Vorrei che rimanesse nel Cda, ma capisco che deve andare avanti”. E a parte questo, altri guai si profilano all’orizzonte: alcuni investitori della piattaforma, infatti, hanno fanno causa proprio al miliardario sudafricano per il ritardo nella comunicazione alla Sec, l’equivalente Usa della nostra Consob, della sua quota in Twitter prima che presentasse la sua offerta di acquisto. La denuncia è stata depositata presso un tribunale federale della California: in questo documento gli investitori accusano il Ceo di Space X di aver risparmiato ben 156 milioni di dollari evitando di comunicare entro il 14 marzo di aver superato la soglia del 5% di proprietà. Musk, infatti, avrebbe svelato solo agli inizi di aprile di essere in possesso del 9,2% della società. “Ritardando la comunicazione ha manipolato il mercato e acquistato titoli Twitter a un prezzo artificialmente basso”, si legge nella denuncia. La strada per il cambio al vertice di Twitter si fa dunque sempre più accidentata.


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