Ucraina: anche i vescovi russi sul “piede di guerra”
I vescovi della Chiesa ortodossa russa sotto la guida del Patriarca Kirill denunciano pubblicamente le persecuzioni che i fedeli subiscono in Ucraina.
La loro uscita segue di qualche giorno l’appello rivolto da Kirill a Papa Francesco, Tawadros II di Alessandria, all’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, all’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e ad altri rappresentanti di organizzazioni internazionali, per chiedere il loro aiuto e porre fine al trattamento inumano che sta subendo il metropolita Pavel di Vyshgorod e Chernobyl, abate della Lavra di Kiev.
Il 14 luglio il tribunale distrettuale ucraino di Solomensky ha stabilito che l’anziano abate della Lavra fosse preso in custodia e condotto in prigione anche se per lui erano stati decisi gli arresti domiciliari.
Secondo il Patriarca, “questa sentenza del tribunale, ingiusta e palesemente dettata dalle autorità ucraine, ha lo scopo di intimidire i credenti, costringendoli ad abbandonare la difesa della loro libertà religiosa e dei loro santuari, e fa parte della persecuzione su vasta scala lanciata dalle autorità ucraine contro il popolo ucraino Chiesa ortodossa”.
“I fedeli – si legge in una nota vescovile – vengono espulsi dalle chiese, i vescovi, i sacerdoti e i laici sono sottoposti ad arresti ingiusti e processi sommari, i santuari vengono profanati e saccheggiati. Particolarmente amara è la notizia che si tenta di costringere il clero e i laici della Chiesa ortodossa ucraina a rinunciare alla verità di Dio e a spingerli allo scisma”.
Ucraina: anche i vescovi russi sul piede di guerra
I partecipanti alla Conferenza episcopale chiedono “un’intensa preghiera per i fratelli e le sorelle ortodossi in Ucraina, per coloro che, nonostante le minacce, le calunnie e le persecuzioni, si sforzano di preservare l’unità della Chiesa, e specialmente per coloro che stanno alzando coraggiosamente la loro voce in difesa di questa unità”.
Nel documento pubblicato da “patriarchia.ru”, il Consiglio dei Vescovi prende atto “con rammarico che i vertici del Patriarcato di Costantinopoli, accecati dalla sete di soddisfare interessi e ambizioni private, sono diventati uno degli strumenti delle forze politiche ostili all’Ortodossia”.
E’ stato approvato anche un documento redatto dalla “Commissione biblica e teologica sinodale” sulla “distorsione dell’insegnamento ortodosso sulla Chiesa negli atti della gerarchia del Patriarcato di Costantinopoli e nei discorsi dei suoi rappresentanti”.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è intenzionato ad adottare nuove misure volte a vietare l’attività delle istituzioni religiose sospettate di avere legami con la Russia, nel tentativo di salvaguardare “l’indipendenza spirituale” della nazione.
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