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Esteri

Ucraina, Medio Oriente e Difesa. Trump insegue i negoziati, l’Ue e la Nato pensano al riarmo

In Europa si è deciso il passaggio da un approccio convenzionale a uno adattivo

di Ernesto Ferrante -


Donald Trump ha definito “molto produttiva” la telefonata con Vladimir Putin, che si è anche congratulato con il presidente statunitense per “il grande risultato ottenuto in Medio Oriente”. Dopo i colloqui ad alto livello tra Stati Uniti e Russia, il capo della Casa Bianca e quello del Cremlino si incontreranno in “una location concordata, Budapest, per vedere se si riesce a mettere fine a questa guerra ‘ignominiosa’ tra Russia e Ucraina”.

L’incontro Zelensky-Trump dopo la telefonata con Putin

La conversazione è avvenuta a poche ore di distanza dalla missione di Volodymyr Zelensky a Washington. Il presidente dell’Ucraina sarà ricevuto oggi da Donald Trump alla Casa Bianca. Zelensky chiederà i Tomahawk al tycoon. I missili a lunga gittata consentirebbero di colpire in profondità nel territorio russo.

Il piano dell’Ue per la Difesa

Bruxelles si prepara al peggio. La Commissione Europea e l’Alta Rappresentante Kaja Kallas hanno lanciato la Roadmap 2030 per la difesa e la salvaguardia della pace, un rebranding del piano di riarmo ReArmEu, mirato a rafforzare le capacità difensive europee. Per la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, “le recenti minacce hanno dimostrato che l’Europa è a rischio. Dobbiamo proteggere ogni cittadino e ogni centimetro quadrato del nostro territorio”.

Cosa cambia

Per “garantire la pace attraverso la deterrenza”, le capacità di difesa dell’Europa “devono essere pronte anche per i campi di battaglia di domani, in linea con la natura mutevole della guerra”. Decisiva viene ritenuta l’innovazione tecnologica, con un passaggio significativo da un approccio convenzionale a uno adattivo. I sistemi critici della guerra moderna, come droni, satelliti o veicoli autonomi, hanno palesato l’arretratezza del Vecchio Continente.

L’epoca dell’austerità e dei sotto-investimenti nella difesa è finita. L’esecutivo Ue vuole ancora di più dagli Stati europei, che hanno già aumentato i bilanci della difesa da 218 miliardi di euro nel 2021 a 343 miliardi nel 2024, con una previsione di 392 miliardi di euro nel 2025. Gli investimenti nel settore sono cresciuti del 42% nel 2024, con uno stanziamento di 106 miliardi, e l’acquisto di nuove attrezzature ha raggiunto gli 88 miliardi.

Le quattro iniziative e il ruolo della Nato

La strategia globale è incardinata su quattro iniziative: quella per la difesa contro i droni (già muro anti-droni), l’Eastern Flank Watch, lo scudo aereo europeo e lo scudo spaziale per la difesa. La Commissione, malgrado i dubbi espressi da Parigi, ritiene fattibile il drone-wall, anche con l’aiuto dell’Ucraina. Più complicato appare il suo pieno funzionamento entro la fine del 2027.

La tabella di marcia definisce anche i piani per istituire un’area di mobilità militare in un arco di tempo di due anni, con una rete di rotte terrestri, aeree e marittime per spostare rapidamente truppe e materiali in tutta Europa. In questo caso, il lavoro è stato fatto in stretto coordinamento con la Nato. La settimana prossima, l’Alleanza atlantica testerà tre soluzioni anti-drone diverse, già in fase di sviluppo presso i centri di ricerca europei e statunitensi. L’intenzione è quella di individuare le tecnologie più efficaci da proporre agli Stati membri, in modo da creare un catalogo di sistemi di difesa aerea adattabili ad ognuno, in base alle sue peculiari esigenze.

L’impatto economico complessivo sarà notevolissimo. L’Ue prevede di mobilitare fino a 800 mld di euro di spese per la difesa, tramite l’effetto combinato dei prestiti a tasso agevolato di Safe (150 miliardi di euro) e l’applicazione della clausola nazionale di salvaguardia (altri 650 mld).


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