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Ucraina, strappo separatista di Putin: riconosce l’indipendenza del Donbass

di Alessio Gallicola -


Ha firmato il documento in diretta tv, alla presenza dei leader delle repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk. Con questo atto Vladimir Putin ha lasciato il segno in una giornata che l’ha visto protagonista di un discorso a reti unificate, nel corso del quale ha operato una vera e propria rivisitazione storica di quanto accaduto nei decenni precedenti nell’ex Repubblica Sovietica. Così il leader russo ha deciso di riconoscere l’indipendenza delle repubbliche separatiste ucraine di Lugansk e Donetsk. “L’Ucraina è serva dei padroni occidentali, se avrà armi di distruzione di massa il mondo cambierà drammaticamente. Kiev deve fermare immediatamente le operazioni militari”, ha detto, di fatto provando a ribaltare sull’Ucraina l’accusa di essere sul punto di innescare un conflitto.

E nel discorso alla nazione il leader del Cremlino ha attaccato frontalmente l’Occidente, puntando l’indice contro gli Stati Uniti e la Nato: “Gli americani dicono che non dobbiamo preoccuparci per l’ingresso dell’Ucraina nella Nato e che ci vorrà tempo perché questo accada. Ma cosa cambia per noi? Assolutamente nulla. Gli Stati Uniti non hanno escluso l’allargamento, se rispetterà determinate condizioni. Quindi arriverà il momento dell’adesione e allora la Nato non sarà più un’alleanza difensiva. Siamo noi l’obiettivo dei missili della Nato”.

La decisione di stabilire per decreto, quindi con un atto unilaterale, l’indipendenza delle due repubbliche è stata presa, come si legge nello stesso atto, “dopo una richiesta del capo della Repubblica popolare di Donetsk al ministero della Difesa della Federazione Russa, per garantire l’attuazione delle funzioni a sostegno della pace sul territorio prima della conclusione dell’accordo di amicizia, cooperazione e mutuo soccorso” con Mosca. In questo modo i nuovi alleati proteggeranno le frontiere con la Russia, consentendo a quest’ultima di schierare il proprio esercito in territorio ucraino.

E a testimonianza di questo, in serata testimoni oculari hanno riferito che due colonne di carri armati si sono spostati a nord e a ovest nei territori filorussi riconosciuti da Mosca.

Non si è fatta attendere la replica del presidente ucraino Zelensky: “Non abbiamo paura di Mosca, di niente e di nessuno. Ci aspettiamo il chiaro sostegno da parte dei nostri alleati”. I quali non hanno fatto mancare l’appoggio, almeno nelle dichiarazioni ufficiali. “È una violazione del diritto internazionale, dell’integrità territoriale ucraina e degli Accordi di Minsk. L’Ue e i suoi partner reagiranno con unità, fermezza e determinazione”, ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

E di “lampante violazione” ha parlato anche Joe Biden, che non sembra avere intenzione di ammorbidire la sua posizione nei confronti dell’avversario russo, anche se è in preparazione un vertice tra i due Paesi a livello di diplomazie. Per la Nato, la Russia “inscena il pretesto per una nuova invasione”. E intanto c’è attesa per la riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che potrebbe rispondere in maniera dura e decisa a quella che a tutti gli effetti sembra una provocazione da parte della Russia.


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