Esteri

Ucraina, Zelensky annuncia: “Controffensiva pronta”

di Ernesto Ferrante -

VOLODYMYR ZELENSKY ©imagoeconomica


L’Ucraina è pronta a dare inizio alla controffensiva per riconquistare i territori occupati dai russi. Lo ha detto il presidente Volodymyr Zelensky in un’intervista al Wall Street Journal: “Crediamo con forza che avremo successo. Non so quanto ci vorrà, per essere onesti può andare in molti modi, completamente diversi. Ma ce la faremo e siamo pronti”.
Dopo i fatti di Belgorod, si è aperta una nuova fase. Kiev, imbottita di armi dall’Occidente, dà l’impressione di muoversi per allargare il conflitto e provocare la reazione della Russia, che non può tollerare attacchi sul proprio territorio. Le azioni congiunte di ucraini e neonazisti russi lungo la striscia di confine, con pesanti bombardamenti sui centri abitati, preludono ad un’escalation, che vogliono sia il partito bellicista trasversale euro-atlantico sia i falchi putiniani.

Le affermazioni dei vertici ucraini confermano la loro indisponibilità al dialogo. Londra, Washington e Bruxelles continuano a soffiare sul fuoco nel tentativo di fargli assumere le proporzioni di un incendio. Come ha recentemente ricordato il generale Bertolini, nella storia europea non vi è un caso di una parte belligerante che chiede esplicitamente di catturare la controparte e condannarla per crimini di guerra.
Anche la proposta di pace indonesiana che prevede la creazione di una zona smilitarizzata con un ritiro di 15 chilometri dalle posizioni avanzate di ciascuna parte e un referendum sotto l’egida delle Nazioni Unite nei territori “contesi”, è stata respinta al mittente dagli ucraini. La zona demilitarizzata, ha spiegato il ministro della Difesa di Giacarta, Prabowo Subianto, nel suo intervento al Shangri-La Dialogue, conferenza sulla sicurezza in corso a Singapore, dovrebbe essere monitorata da una forza di pace dispiegata dalle Nazioni Unite. “Propongo che il Shangri-La Dialogue trovi una modalità di dichiarazione volontaria che solleciti sia l’Ucraina che la Russia ad avviare immediatamente i negoziati per la pace”, ha aggiunto il ministro.

La risposta del vice ministro della Difesa ucraino, Volodymyr V Havrylov, è stata raggelante: “Non abbiamo intenzione di negoziare alcun accordo che comporti la perdita del nostro territorio, compresa la Crimea”.
Il comandante della Wagner Evgheny Prigozhin ha accusato le forze regolari russe di aver lasciato mine sui corridoi aperti per uscire da Bakhmut, la città controllata da Mosca. I suoi uomini hanno quasi completato il ritiro dalla città sul fronte orientale, lasciando le postazioni alle forze regolari russe. Ma sono stati scoperti una dozzina di siti minati con centinaia di ordigni esplosivi anticarro nelle retrovie. Alla richiesta di spiegazioni della compagnia di Prigozhin, il ministero della Difesa ha Mosca si è limitato a dire che si è trattato di un ordine dei superiori.

“Non sarebbe stato necessario sistemare questi esplosivi come deterrenza per il nemico dato che si tratta di retrovie. Possiamo quindi ipotizzare che sono stati sistemati contro le unità avanzate della Wagner”, ha attaccato il magnate fedelissimo di Putin, precisando che non si sono registrate esplosioni.
L’operazione militare speciale è uno spartiacque nella storia recente della Russia. Qualsiasi futuro leader politico che cercherà di cambiare la narrazione sullo sviluppo del Paese emerso nel 2022, sarà percepito come un traditore. A lanciare il pesante avvertimento è stato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, sul suo canale Telegram. Medvedev ha stroncato sul nascere i “sogni d’oro” dei connazionali che hanno lasciato la madrepatria e attendono il ritorno ai bei tempi. “Posso dire con certezza che per loro non ci sarà alcun ritorno al ‘luminoso’ passato europeo. E non solo perché non ci amano e non ci aspettano lì. La Russia è un Paese completamente diverso rispetto al periodo prebellico. Leader, partiti e governi vanno e vengono, mentre la memoria e i valori, cementati con il sangue, rimangono per molto tempo. Per decenni, a volte per secoli. Non saranno cambiati, né tantomeno distrutti, da nessun nuovo leader, qualunque sia la forza politica che rappresenta (per non parlare dei palesi traditori)”, ha scritto Medvedev. Secondo l’ex presidente russo, “solo i rinnegati che hanno dimenticato la morte dei nostri cittadini possono sognare il ritorno a una famiglia europea amichevole”.

Sullo sfondo del campo di battaglia continentale ucraino, si sta giocando anche una partita tra Cina e Stati Uniti. Pechino ha costruito in pochi anni la più grande flotta navale militare al mondo, superando Washington. Tra i gioielli del Dragone figurano il cacciatorpediniere Tipo 055, che è superiore agli incrociatori americani di classe Ticonderoga per potenza di fuoco e imbarcazioni d’assalto anfibie capaci di far sbarcare migliaia di soldati.
Xi Jinping e le altre autorità cinesi hanno più volte assicurato che lo sviluppo della difesa nazionale “mira a soddisfare le sue legittime esigenze di sicurezza e contribuire alla crescita delle forze pacifiche del mondo”, ma le scintille di queste ore tra il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin e il capo di Stato maggiore aggiunto della Commissione militare centrale cinese, il generale Jiang Jianfeng, sono la spia di una tensione altissima, sul punto di deflagrare.


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