Udine e il cartellino rosso di Zerocalcare
Udine: corteo pro-Palestina con locandina di Zerocalcare, tra polemiche su sport e politica.
Udine torna al centro di un dibattito che intreccia sport, politica e società civile. Una città che dovrebbe vivere con entusiasmo l’arrivo di una partita di calcio internazionale in questo caso Italia contro Israele, valida per le qualificazioni ai Mondiali del 2026, si ritrova invece sommersa da discussioni, proteste e tensioni. Ci mancava anche la scelta del fumettista Zerocalcare, firmare la locandina del corteo pro-Palestina, in programma il 14 ottobre in piazza della Repubblica.
Zerocalcare e la sua scelta
L’artista romano, già noto per il suo impegno politico, ha voluto “mostrare il cartellino rosso” all’evento sportivo. La sua illustrazione accompagnerà la manifestazione organizzata dal Comitato per la Palestina di Udine, insieme ad altre associazioni locali e nazionali. L’iniziativa nasce con l’obiettivo dichiarato di «dire no alla normalizzazione di quanto accade in Palestina», rifiutando l’idea che il calcio possa essere un terreno neutro. Nemmeno lo sport al giorno d’oggi unisce e resta simbolo di umanità e di aggregazione.
Un corteo che divide
Il corteo di Udine, fissato per il 14 ottobre, avverrà poche ore prima della partita allo stadio Bluenergy. Un contesto che inevitabilmente alimenta contrapposizioni, da un lato chi considera lo sport un luogo di inclusione e valori condivisi, dall’altro chi ritiene inaccettabile che la nazionale israeliana possa giocare senza conseguenze simboliche o politiche. Le sigle promotrici – dal Comitato per la Palestina alla comunità palestinese Veneto e Fvg, da Bds Italia a Salaam Ragazzi dell’Olivo – hanno già dichiarato di non essere soddisfatte dei possibili gesti di solidarietà ipotizzati dalla Figc, come devolvere l’incasso della partita ad associazioni umanitarie di Gaza.
Sport e politica: un nodo irrisolto
Udine, ancora una volta, si trova intrappolata in una spirale di polemiche. Ma è davvero utile trasformare ogni partita in un tribunale politico? È necessario agitare ulteriormente le acque, quando la questione israelo-palestinese è già un terreno minato di sofferenza e divisioni? Lo sport, si dice spesso, dovrebbe unire. Eppure, nella pratica, si trasforma sempre più in una cassa di risonanza per conflitti che non trovano spazio di soluzione altrove.
Una riflessione necessaria
Invece di fomentare scontri e contrapposizioni, Udine avrebbe bisogno di riportare il dibattito su un piano costruttivo. Manifestare è un diritto, certo, ma ridurre tutto a uno scontro tra tifoserie ideologiche rischia di rendere sterile qualsiasi discussione. La locandina di Zerocalcare farà parlare, senza dubbio, ma la domanda resta, serve davvero trasformare una partita di calcio in un ring politico? La percezione è che una situazione drammatica come quella che quotidianamente subiscono i civili palestinesi, venga cavalcata per prendere visibilità e creare sterili polemiche.
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