Politica

Ue, per il futuro svoltare a destra

di Lino Sasso -


Domani alle 15 si apriranno i seggi per le elezioni europee, le regionali in Piemonte e quelle amministrative in diverse città e capoluoghi come Bari e Firenze. Senza dubbio, l’attenzione è però concentrata sul futuro Europarlamento, da un lato perché l’esigenza è quella di confermarsi nella compagine politica interna, magari guadagnando anche qualcosa sui diretti concorrenti – e questo tanto nel centrodestra quanto a sinistra – e, dall’altro, perché questo appuntamento elettorale può davvero segnare uno spartiacque in Europa. Il clima è, infatti, certamente diverso da quello delle ultime elezioni, ma anche da quelle precedenti. L’avanzata dei partiti di destra nei vari stati membri, dalla Francia alla Germania, passando per il Portogallo e, ovviamente, guardando anche all’Italia, a prescindere che ciò abbia determinato una loro ascesa o partecipazione al governo, è un dato di fatto che in un contesto sovranazionale assume un significato peculiare. L’asse degli equilibri comunitari potrebbe, dunque, spostarsi nel prossimo futuro mettendo in crisi le due famiglie politiche europee storicamente più numerose, il Ppe e il Pse. Per intenderci, i due gruppi la cui intesa ha consentito, comunque non senza difficoltà e solamente grazie all’aiuto di altre delegazioni, la nascita della maggioranza ‘Ursula’ e che ha portato la von der Leyen sul gradino più alto delle istituzioni europee. Ma il prossimo lunedì la musica a Bruxelles potrebbe essere diversa e potrebbero immaginarsi alleanze differenti da quelle registratesi finora. Non è quindi un caso se in Italia, nel corso della campagna elettorale, partiti alleati, entrambi al governo e da sempre saldamente nel centrodestra, non hanno mancato di lanciarsi stoccate a vicenda sulla collocazione delle proprie delegazioni al Parlamento europeo. Oltre a provare a fare la corsa l’uno sull’altro per ottenere un numero di consensi tale da risultare la seconda forza del centrodestra dietro Fratelli d’Italia, la Lega e Forza Italia si sono a più riprese rintuzzati proprio sulle rispettive aderenze alle famiglie europee. E se Matteo Salvini non fa mistero di voler esportare in Europa l’esperienza italiana di un’intesa tra tutti i partiti di centrodestra, Antonio Tajani continua a richiamarsi alla tradizione ‘centrista’ degli azzurri, rievocando addirittura la Dc, senza sbilanciarsi sull’eventualità di una simile alleanza che coinvolga il Ppe. Ma se il vento dovesse davvero cambiare, la ‘svolta a destra’ dei popolari potrebbe diventare addirittura una necessità.


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