Esteri

Uk: passa la stretta di Sunak contro l’immigrazione

di Martina Melli -


Approvata la controversa proposta di legge di Sunak sull’immigrazione illegale nel Regno Unito. Una stretta senza precedenti volta a interrompere (o quantomeno a scoraggiare) le pericolose traversate del canale della Manica. Affinché il provvedimento venga attuato, serve la controfirma di Re Carlo III ma, dato il silenzio assenso, appare già una semplice formalità. L’immigrazione in Uk nel 2022 ha toccato cifre record, con oltre 45.000 persone trasferitesi illegalmente. Il ministro dell’Interno Simon Murray ha affermato che il numero di arrivi di piccole imbarcazioni ha “sopraffatto” il sistema di asilo del Regno Unito ed è costato ai contribuenti 6 milioni di sterline al giorno.

Gli immigrati, fino a poco tempo fa infatti, venivano riuniti in appositi hotel o centri d’accoglienza. Da ora in poi, per tagliare i costi, Londra, prima di spedirli altrove li “chiuderà” in edifici galleggianti in mezzo al mare, come la Bibby Stockholm, una chiatta nel porto di Portland che ricorda moltissimo il carcere di Santo Stefano davanti Ventotene. La Bibby rimarrà attraccata per 18 mesi e raccoglierà fino a 500 persone per un periodo medio di 3-6 mesi.

L’Illegal migration bill, ormai divenuto il manifesto di Sunak, facilita l’espulsione dei migranti rimandandoli indietro o trasferendoli in paesi terzi, come il Ruanda, con cui Londra ha concordato (a proprie spese) delle strutture di raccolta dei richiedenti asilo in attesa di risposta nel Regno. Il piano al momento è bloccato per una serie di ricorsi individuali giunti fino alla Corte europea dei diritti umani (CEDU) ma se non sarà il caso del Paese africano ce ne saranno sicuramente altri.

La legge di Sunak è stata fortemente criticata, in primis dall’Onu, che la ritiene in grave contraddizione con gli obblighi del Regno Unito in materia di rifugiati e diritti umani. “Questo disegno di legge costituisce un precedente preoccupante per lo smantellamento degli obblighi relativi all’asilo che altri paesi, anche in Europa, potrebbero essere tentati di seguire, con un effetto potenzialmente negativo sul sistema internazionale di protezione dei rifugiati e dei diritti umani nel suo complesso”, ha affermato l’Alto commissario per i diritti umani, Volker Türk.


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