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Ultimo step per la riforma della Giustizia

Il voto finale al Senato atteso per la prossima settimana

di Giuseppe Ariola -


In concomitanza con l’arrivo della legge di bilancio al Senato, la riforma della Giustizia ha fatto un nuovo passo in avanti. La commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama ha infatti licenziato il provvedimento sulla separazione delle carriere in magistratura che approderà in aula la prossima settimana. L’ultimo passaggio parlamentare dei quattro previsti per il via libero definitivo alla riforma. Poi, sarà la volta del referendum confermativo che la maggioranza ha messo in agenda entro i primi tre mesi del prossimo anno.

La volontà della maggioranza di fare in fretta

Le tempistiche confermano quindi la fretta della maggioranza di archiviare la separazione delle carriere in tempi stretti. E di farlo, almeno in Parlamento, senza attendere che la sessione di bilancio monopolizzi i lavori e l’attenzione prima al Senato e poi alla Camera. Non è infatti un caso che la legge costituzionale abbia ripreso il proprio iter non appena trascorsi i tre mesi necessari tra la prima e la seconda lettura presso la medesima camera. Raggiunti i tre anni di vita del governo è, d’altronde, arrivato il momento di portare a casa qualcosa di concreto, in particolare sul fronte delle riforme.

Una riforma attesa da anni

E quella della Giustizia, nonostante animi un duplice scontro – quello politico tra maggioranza e opposizione e quello istituzionale tra governo e magistratura -, non presenta però i problemi tecnici di Premierato e Autonomia. Che non a caso sono ferme da tempo. Inoltre, è una riforma della quale si parla da anni, che è stata annunciata a gran voce in campagna elettorale e che il centrodestra ha reso una vera e propria bandiera identitaria. Insomma, uno di quei provvedimenti che dalle parti del governo mette tutti d’accordo. Un dato non da poco in un contesto che vede la manovra aver già fatto emergere diverse criticità all’interno della maggioranza. Al netto di quello che sarà l’atteggiamento in aula delle opposizioni, che anche in occasione della precedente lettura alla Camera hanno inscenato l’ennesima protesta, la prossima settimana il dossier relativo alla riforma della Giustizia sarà quindi archiviato.

Verso il referendum

Poi inizierà la partita più delicata perché, a differenza di quelli in Parlamento, i numeri del referendum non sono affatto scontati. Governo e maggioranza si dicono certi di vedere la riforma confermata dalla consultazione popolare. Sul fronte opposto però, i partiti di opposizione e l’Anm si sono già da tempo attivati con i comitati per il ‘no’. L’obiettivo è mettere in piedi nei prossimi mesi una campagna referendaria non solo sulla separazione delle carriere, ma sull’intero operato del governo.


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