Primo Piano

Un boss in salotto

di Rita Cavallaro -


Un boss in salotto ospite a pranzo e cena, che sorseggia rum e brinda alla faccia delle forze dell’ordine che lo cercavano da trent’anni. E che ora stanno risalendo alla rete di fiancheggiatori che hanno permesso la latitanza dorata dell’ultimo dei padrini. Ieri i carabinieri del Ros hanno eseguito gli ultimi due arresti. A finire in galera i coniugi Emanuele Bonafede e Lorena Ninfa Lanceri, considerati i vivandieri di Matteo Messina Denaro. Il gip di Palermo, Alfredo Montalto, ha disposto la custodia cautelare in carcere per i due, accusati di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena con l’aggravante mafiosa, per aver ospitato “il Messina Denaro in via continuativa e per numerosi giorni presso la propria abitazione di via Mare n. 89 a Campobello di Mazara, ove quest’ultimo consumava abitualmente i pasti principali ed alla quale poteva accedere ed allontanarsi sottraendosi ai servizi di osservazione della polizia giudiziaria anche grazie alla vigilanza preventiva che costoro effettuavano sulla pubblica via per verificare l’eventuale presenza delle forze dell’ordine o di altre persone, così fornendo al Messina Denaro prolungata assistenza finalizzata al soddisfacimento delle sue esigenze personali ed al mantenimento dello stato di latitanza”, scrive il gip, sposando l’impianto accusatorio che ricostruisce i legami dei coniugi con il padrino e dimostra non solo che i due fossero del tutto a conoscenza della vera identità del capo dei capi, ma che la donna fosse l’amante del padrino, con il tacito placet del marito. Padrino di nome e di fatto, perché lo stesso era stato scelto proprio come padrino di cresima del loro figlio, Giuseppe Bonafede, al quale il boss aveva regalato un Rolex. Insomma, un rapporto consolidato, stretto almeno dal 2018, e rafforzato dal fatto che Emanuele Bonafede è il nipote del capomafia di Campobello di Mazara, Leonardo Bonafede, amico del boss Francesco Messina Denaro, capostipite della famiglia. Il vivandiere è pure il cugino di Andrea Bonafede, arrestato per aver fatto da postino per le ricette e i farmaci del latitante, nonché cugino dell’altro Andrea Bonafede che aveva fornito i documenti d’identità grazie ai quali il latitante si è sottoposto alle cure per il tumore. A incastrare i coniugi una strana fotografia, con il boss immortalato senza il volto in un salotto. Quell’immagine, trovata dal Ros nel cellulare di Messina Denaro, è datata 20 marzo 2022, ore 15.35. Il 23 gennaio, appena una settimana dopo la cattura del latitante, gli inquirenti, alla ricerca di altri possibili covi del boss, erano risaliti all’abitazione dei coniugi, in una zona centrale di Campobello. E all’occhio investigativo non era sfuggita la somiglianza del salotto con lo sfondo della foto. A quel punto la coppia si era presentata spontaneamente in caserma, raccontando di aver riconosciuto, nelle immagini del padrino diffuse in tv, una persona che gli era stata presentata, nell’estate del 2018, da Andrea Bonafede come il medico in pensione Francesco Salsi. I due,giurando di non sapere che quell’uomo fosse il super boss, avevano informato i carabinieri che lo stesso aveva frequentato occasionalmente la loro abitazione. Una versione piena di contraddizioni e smentita dagli indizi. Dalle immagini della videosorveglianza, gli inquirenti hanno accertato che Matteo Messina Denaro, dal 7 al 15 gennaio scorsi, ovvero fino al giorno prima della cattura, si era recato quotidianamente con la sua Alfa a casa del coniugi, sia a pranzo che a cena, e si era intrattenuto per diverse ore. Al momento di lasciare l’abitazione, i vivandieri si trasformavano in vedette, impegnate a controllare che non ci fossero poliziotti in giro e che nessuno potesse vedere il boss. “L’11, il 12 ed il 13 gennaio 2023”, si legge nelle 47 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, “prima Emanuele Bonafede o Lorena Lanceri e subito dopo Matteo Messina Denaro si sporgevano dalla porta di ingresso della abitazione di via Mare n. 89 per controllare che la strada fosse libera”. Fondamentale il ruolo ricoperto dalla Lanceri “come snodo nella trasmissione di comunicazioni, allo stato da ritenersi di carattere privato tra Matteo Messina Denaro e Laura Bonafede, figlia di Leonardo, storico capo della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, con la quale il latitante ha intrattenuto un intenso rapporto epistolare”. Ma soprattutto Lorena è ritenuta la compagna del capo dei capi, “una presenza costante nella vita del latitante”, come si evince dai pizzino inviati alla sorella Rosalia, detta “Fragolone”. Il 26 settembre 2021 il boss, reduce dal secondo intervento chirurgico e afflitto dagli oltre 100 punti di sutura, raccontava alla sorella le difficoltà con cui era riuscito a portare a termine un impegno. “Ero tutto bagnato dal sudore, Diletta che lavò i miei indumenti li torceva ed uscivano gocce di acqua, era senza parole”. E il 10 maggio scorso le parlava dell’aggravamento della malattia: “Diletta piange continuamente e non so come fare, mi vede spegnere giorno dopo giorno, ma io che posso fare!”. Un’amante devota che il padrino aveva soprannominato “Diletta” e che era perfettamente a conoscenza dell’identità del super latitante. A dimostralo alcune lettere trovate nel covo di vico San Vito e la dedica “Sei un grande! Anche se tu non fossi M. D”, rinvenuta in casa di Rosalia. Una missiva scritta di suo pugno al latitante: “Il bello nella mia vita è stato quello di incontrarti, come se il destino decidesse di farsi perdonare, facendomi un regalo in gran stile. Quel regalo sei tu. Penso che qualsiasi donna nell’averti accanto si senta speciale ma soprattutto tu riesci a far diventare nulla gli altri uomini. Con te mi sento protetta, mi fai stare bene, mi fai sorridere con le tue battute e adoro la tua ironia e la tua immensa conoscenza e intelligenza… Penso che qualcuno lassù ha voluto che noi due c’incontrassimo per tutto quello di brutto che avevo passato io a causa di esseri ignobili… Averti conosciuto è un privilegio e mi dispiace per chi non ha potuto. Lo sai, ti voglio bene e come dico sempre un bene che viene da dentro. Spero che la vita ti regali un po’ di serenità e io farò di tutto per aiutarti. SEI UN GRANDE! Anche se tu non fossi M. D. La tua Diletta”. Nelle questioni di affari Lorena veniva chiamata “Tramite” o “Lest”, nome rintracciato nella contabilità del boss, che aveva appuntato la spesa di un quadro regalato alla donna: “50.00 LESTO REGA QUAD”. Scrivono gli inquirenti: “Nella medesima contabilità il nome in codice “Lesto” è associato anche a quello di “Malo”, abbreviativo d Maloverso”, nome in codice del marito di Diletta. Come appare nei conti pure il regalo per la cresima del figlio dei coniugi, Giuseppe: un Rolex Oyster Perpetual acquistato in una gioielleria di Palermo al prezzo di 6.300 euro. Lo stesso figlioccio era pienamente consapevole che il suo padrino fosse Messina Denaro, tanto che prima di portare a casa gli amici si accertava con la madre che non ci fosse il capo dei capi. “Vorrei fare venire i ragazzi… siamo in 4!, diceva il 17 aprile 2021, chiedendo alla mamma di avvisarlo quando “il parrino” se ne fosse andato.

Torna alle notizie in home