Politica

Un errore della Procura nella trascrizione del verbale di Spinelli Jr

di Lino Sasso -

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Un errore di verbalizzazione che avrebbe potuto segnare significativamente le sorti dell’inchiesta che da ormai tre settimane sta scuotendo la Liguria. Un errore che potrebbe dirsi banale, ma che non è di certo veniale. Tra ‘finanziamenti leciti’ e ‘finanziamenti illeciti’ c’è, infatti, non solo una differenza lessicale abissale, significando un’espressione l’esatto opposto dell’altra, ma anche una sostanziale, tanto più in un’inchiesta giudiziaria come quella che vede il presidente della Regione indagato e sottoposto agli arresti domiciliari proprio in virtù delle sovvenzioni ricevute da alcuni imprenditori, sulla cui liceità sta indagando la Procura di Genova, benché i flussi di denaro finiti nelle casse del Comitato elettorale della lista di Giovanni Toti siano stati tutti rendicontati, dichiarati e tracciati.

L’errore di trascrizione riguarda il verbale dell’interrogatorio di Roberto Spinelli, figlio di Aldo, l’imprenditore accusato di aver corrotto Giovanni Toti e per questo finito anch’egli ai domiciliari. Resisi conto del ‘refuso’, i legali di Spinelli Junior hanno prontamente chiesto al gip, attraverso un’apposita istanza, una correzione per correggere l’errore della Procura. Ma per procedere alla modifica del verbale è stato necessario che ieri mattina gli avvocati Sandro Vaccaro e Andrea Vernazza, insieme ai pm Luca Monteverde e Federico Manotti riascoltassero la registrazione dell’interrogatorio nell’ufficio della gip Paola Faggioni. Il nastro ha confermato la tesi degli avvocati di Roberto Spinelli e così la trascrizione è stata corretta. Problema risolto dunque, almeno per quanto riguarda questa specifica circostanza, perché a fare un ragionamento più generale si è avuta ancora una volta la dimostrazione di come anche le procure sbagliano e che errori come questo, oltretutto di una banalità disarmante, possono cambiare il corso di un procedimento penale, stravolgendo la vita degli indagati più di quanto non lo sia già per le indagini stesse. Con buona pace di chi è solito gridare alle dimissioni degli indagati, tanto più nel caso dei politici, proprio come in questo, si è dunque avuta la dimostrazione della necessità che i processi facciano interamente il proprio corso senza che siano altri a emettere preventive sentenze di colpevolezza. Anche perché, come ha scritto su X Enrico Costa, deputato di Azione, “Casualmente gli errori di trascrizione vanno sempre a rafforzare le accuse. E la colpa è del ‘trascrittore automatico’. Figurarsi nelle intercettazioni, ora che l’IA può riprodurre la voce di chiunque”.


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