Attualità

Un Paese che ha smesso di fare figli L’Istat: è record negativo delle nascite

di Maurizio Zoppi -


 

Cercasi neonati in Italia. Questo potrebbe essere l’annuncio che lo Stivale dovrebbe usare in questi tempi. I numeri sciorinati dall’Istat rispetto alla Natalità del Bel Paese sono davvero terrificanti. L’ultimo rapporto Istat descrive una situazione demografica allarmante. Dal 1861 a oggi non era mai successo, neppure in tempo di guerra. Il 2022 è stato il primo anno dall’unificazione della penisola nel quale i nuovi nati si sono attestati al di sotto delle 400mila unità, soglia finora mai violata. Nel corso dello scorso anno i nascituri sono stati 393mila, dando vita a un dato che riflette l’emergenza che la popolazione italiana deve necessariamente affrontare con molta attenzione. La mortalità si conferma elevata, con più di 12 morti e meno di 7 neonati ogni 1000 abitanti. Le speranze di ottenere un bilancio positivo nei prossimi anni, a meno di interventi strutturali da parte dello stato, sembrano essere riposti unicamente nel bilancio netto tra immigrazione in entrata ed immigrazione in uscita. L’unica regione con un tasso di fecondità molto alto (1,51 per donna) è il Trentino Alto Adige, luogo in cui Il 69,4% della popolazione appartiene al gruppo linguistico tedesco, al gruppo italiano appartiene il 26% degli altoatesini, mentre i ladini sono circa il 4%. In aggiunta ai 3 gruppi linguistici storici vivono attualmente in Alto Adige circa 46 mila stranieri, 31 mila dei quali provenienti da altri paesi dell’Unione Europea. Insomma gli altoatesini, sono tecnicamente italiani, essenzialmente “sulla carta”. Liguria, Friuli-Venezia Giulia e Umbria si confermano le regioni più anziane. Oltre il Trentino-Alto Adige che vince la medaglia d’oro per indice di natalità, ci stanno anche la Campania e la Sicilia. Anche gli ultracentenari riscrivono un altro record, sfiorando la soglia delle 22mila unità, 2mila in più dell’anno precedente. Nel corso degli ultimi 20 anni, nonostante un temporaneo calo tra il 2015 ed il 2019, il loro numero è triplicato, confermando l’Italia tra le nazioni più longeve al mondo. Dal 2014 in poi la forbice tra nascite e morti si è allargata a tal punto da non poter essere più compensata dai fenomeni migratori. Tra le cause di questo perpetuo calo spiccano non solo le condizioni economiche e sociali delle famiglie, ma anche il progressivo invecchiamento della popolazione femminile nell’età solitamente considerata riproduttiva (dai 15 ai 49 anni).Un fatto è certo: la popolazione italiana sta invecchiando e si sta riducendo al ritmo più veloce dell’Occidente, costringendo il paese ad adattarsi a una popolazione di anziani in forte espansione che lo pone in prima linea in una tendenza demografica globale che gli esperti chiamano “tsunami d’argento”. Ma lo Stivale, deve affrontare un doppio colpo demografico, con un tasso di natalità in drastico calo che è tra i più bassi d’Europa. La premier Giorgia Meloni ha dichiarato ai giornalisti, tempo fa, che l’Italia è “destinata a scomparire” a meno che non cambi. Nel febbraio scorso, il governo guidato da Fratelli di Italia, ha approvato un nuovo “Patto per la terza età”, che dovrebbe gettare le basi per il risanamento sanitario e sociale per la crescente popolazione di anziani in Italia. “Rappresentano il cuore della società, e un patrimonio di valori, tradizioni e saggezza preziosa”, ha detto la Meloni, aggiungendo che la legge impedirebbe l’emarginazione e il “parcheggio” degli anziani negli istituti. “Prendere cura dei vecchi significa prendersi cura di tutti noi”, ha detto. Se l’Italia non si impegna seriamente a incoraggiare le giovani famiglie e le donne che lavorano ad avere figli, “rimarrà e sarà per sempre un paese che invecchia”, ha affermato Alessandro Rosina, uno dei principali demografi italiani e autore di una “Storia demografica d’Italia. “La combinazione di bassa occupazione, fuga di giovani professionisti e famiglie, bassi tassi di natalità e aspettativa di vita radicalmente aumentata, è stato un disastro demografico” Ha esclamato il docente universitario. La realtà del nuovo mondo grigio rappresenta un test decisivo per l’Italia, rendendola un laboratorio per molti paesi occidentali con popolazioni che invecchiano. Alcune regioni italiane sperano di ritardare quella bomba ad orologeria demografica, prolungando il periodo in cui gli anziani possono lavorare, essere autosufficienti e contribuire alla società. Quindi, non rappresentare un salasso finanziario. Anche il fondatore di Tesla, Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, tempo fa ha commentato le terribili prospettive italiane. “L’Italia non avrà popolo se queste tendenze continuano”, ha twittato.La crisi demografica non è solo un problema sociale ma soprattutto delle imprese presenti sul territorio. Gli economisti avvertono che se l’Italia non invertirà la tendenza, la sua già debole crescita economica diminuirà e diventerà impossibile finanziare un welfare adeguato e pensioni statali. Ma le imprese si stanno cooptando nella politica familiare per cercare di colmare le lacune, ei politici locali sembrano felici di passare loro il testimone. Un esempio? Il costruttore navale, Fincantieri, con sede a Trieste, tempo fa ha inaugurato il primo di una serie di asili nido che sta costruendo e finanziando nelle città in cui opera. L’asilo ci sta. Adesso, si spera, arrivano i bambini.

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