Una battaglia dopo l’altra, un titolo una carriera!
Tecnologie, rivoluzioni e guerre sono il sangue e le viscere di un libro come “Vineland” di Thomas Pynchon, pubblicato nel 1990 il romanzo è ambientato nella California del 1984, anno della rielezione di Ronald Reagan, in un clima di repressione e di isteria collettiva in cui i nostri personaggi devono muoversi; personaggi con un passato da hippie rivoluzionari che hanno vissuto a pieno la contraddizione e la promiscuità di quegli anni 70. È in uscita il 25 settembre il nuovo film del regista statunitense più atteso al mondo, Paul Thomas Anderson, che adatterà liberamente il libro di Pynchon come già fatto in passato nel 2016 con il suo film “Vizio di forma” con protagonista Joaquin Phoenix. A differenza della prima volta, dove il titolo del film rimase fedele al titolo del libro di Pynchon, questa volta il regista ha deciso di cambiare il titolo in “Una battaglia dopo l’altra”, un titolo che sarcasticamente potrebbe riassumere la parabola cinematografica dello stesso Paul Thomas Anderson che si è sempre prodigato e slanciato verso nuove storie e nuovi modi di raccontarle. Non è un cineasta che fa dell’auto citazionismo la sua cifra stilistica anzi, ogni suo film cambia rispetto al precedente lasciando sempre di stucco i cinefili in sala, pronti a puntare il dito verso tutto ciò che viene da oltreoceano non comprendendo che i campioni di quella generazione come Paul T. Anderson, o anche il suo grande amico Quentin Tarantino, non sono solo tra i più grandi registi in attività ma anche tra i più grandi narratori, scrittori e costruttori di mondi in circolazione. I trailer, come ben si sa, sono fatti per incuriosire e attirare l’attenzione del pubblico, ma conoscendo bene i film di Paul T. Anderson possiamo immaginare che ci sarà differenza tra il ritmo del trailer e il ritmo del film, per questo vorrei mettervi in guardia sulle aspettative che questo film potrebbe creare. Leonardo Di Caprio come protagonista è sicuramente il nome giusto al momento giusto per la carriera del regista così come la storia sembra essere più che mai nelle sue corde, nella filmografia di Paul T. Anderson troviamo tanti periodi storici differenti: In Boogie Nights il passaggio dagli anni 70 agli anni 80 è centrale per la risoluzione dei personaggi, in “The master” la vulnerabilità del veterano di guerra interpretato da Joaquin Phoenix lo rende la preda prediletta del gran maestro interpretato da Philip Seymour Hoffman, mentre nel film “Il petroliere” si raffigura la perfida mente e l’arido cuore di un imprenditore che ha trasformato il sangue in oro nero agli inizi del Novecento. Di “Una battaglia dopo l’altra” non sappiamo molto dato che il regista ha deciso di non presentare il film a nessun festival, pur avendo sempre avuto un buon rapporto con la Biennale di Venezia. Questo, a mio parere, rappresenta la volontà del regista di non far sapere molto del film, un’arma a doppio taglio forse, ma fortunatamente il cast prevede sia attori del calibro di Leonardo Di Caprio, Sean Penn, Benicio Del Toro e Regina Hall, sia attrici meno conosciute come Chase Infiniti e Teyana Taylor che ricopriranno ruoli da protagoniste. In un’intervista fatta al cast del film sui canali social della casa di produzione Fandango gli attori ci rivelano l’ambientazione contemporanea del film che dunque tenta di rileggere il romanzo di Pychton in chiave moderna, con personaggi e situazioni odierne, senza però che venga meno quel sentimento forte di ribellione che la controcultura di fine anni 60 ha nella sua natura. Dunque, Paul T. Anderson non si ripete e cerca di trasporre e riscrivere in chiave moderna una storia di sognatori rivoluzionari con la guerra in testa, hippies frutto della penna di uno dei massimi esponenti della letteratura post-moderna americana come Thomas Pynchon. Chi meglio di Paul T. Anderson, allievo e aiuto regista del cineasta simbolo degli anni 70 Robert Altman, può cercare di raccontarci i parallelismi tra quel delicato periodo storico e i giorni nostri.
di AMARCORD
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