Politica

“Una nuova sinistra? Solo fuori dal Pd. I dem sono a destra di Berlusconi”

di Edoardo Sirignano -

GIORGIO CREMASCHI POLITICO


“La ricostruzione della sinistra avviene fuori e contro il Pd. Quest’ultimo, al massimo, può scavalcare a destra Berlusconi”. È quanto sostiene Giorgio Cremaschi di Unione Popolare per cui il designato Bonaccini è la “sintesi tra la peggiore tradizione burocratica del Pci e lo spirito guerrafondaio di Renzi”.

 

Che idea si è fatto sulle primarie dem?
I partiti favorevoli alla guerra sono inevitabilmente subalterni a Meloni. Non si può, però, neanche usare la parola sinistra se si è favorevoli alle ostilità.

Non doveva essere la sinistra e non il Cav ad alzare i toni per la pace?
Assolutamente! La verità è che in Italia abbiamo una popolazione, che nella stragrande maggioranza, è contraria al conflitto e un sistema politico, che invece è favorevole. Il presidente del Consiglio, quando ha incontrato Zelensky dice chiaramente: “L’Italia è combattente”. Non possono esserci vie di mezzo rispetto a tali dichiarazioni. Detto ciò, non ho visto condanne. Ecco perché le primarie non cambieranno nulla. Il Pd attuale porta solo l’acqua a FdI.

 

Chi vede meglio tra chi aspira alla successione di Letta?
Diciamo, chi vedo peggio. Bonaccini mette insieme il peggio di tutto, ovvero la tradizione burocratica dei vecchi apparati del Pci e lo spirito guerrafondaio di Renzi. Schlein, dall’altra parte, è il nulla. Non è un’alternativa per il semplice fatto che ha votato le armi per l’Ucraina.

 

Molto duro, nei confronti, del governatore dell’Emilia. Perché?
Mia sorella, che vive a Bologna, pochi giorni fa, mi ha telefonato indignata. Ha subito un improvviso calo della vista e la visita le ha prescritto un intervento urgente, ovvero che se non venisse fatto in poco tempo i danni sarebbero stati irreparabili. Si è rivolta, quindi, subito al pubblico. La risposta è stata che l’intervento si poteva fare solo tra un anno e mezzo, non essendo a rischio vita. A questo punto è stata costretta a rivolgersi al privato, che per qualche migliaio di euro la metterà immediatamente sotto i ferri. Marina, per fortuna, con qualche sacrificio, potrà sobbarcarsi la spesa, ma una persona povera cosa fa? Una domanda per cui il governatore dell’Emilia mi ha definito “rivoluzionario da salotto che non sa di cosa parla”. Per tale ragione, il candidato alla prima poltrona del Nazarneo dovrebbe vergognarsi due volte. La prima per il degrado del sistema sanitario nella Regione di cui è presidente e che secondo qualche dem dovrebbe essere un modello. La seconda perché risponde in modo arrogante e ottuso a chi denuncia qualcosa che, in modo oggettivo, non funziona.

 

Non c’è, quindi, una vera opposizione alla maggioranza di centrodestra?
Leggendo i continui elogi che arrivano dal Pd verso Giorgia, non può neanche essere usata la parola minoranza. Peggio ancora, poi, chi dice che la regina è buona e i suoi generali cattivi. Basta osservare il caso Valditara. Tanti presunti compagni a difendere quel ministro che al posto di attaccare i violenti squadristi di Firenze se la prende con una preside, che ha semplicemente scritto una bellissima lettera sulla democrazia. Sono stupito rispetto al fatto che nessuno utilizzi la parola fascista nei confronti del governo. Basta politicamente corretto. È autodistruttivo. Stesso discorso vale per il servilismo. Spero di non sentire più un democratico affermare “ma la Meloni cosa ne pensa”. Il presidente del Consiglio è a capo delle schifezze. Il Pd non è in grado di costruire l’alternativa perché è troppo d’accordo con lei. Questa la sola verità.

 

Dopo le primarie qualcosa potrebbe cambiare?
No! La ricostruzione della sinistra avviene fuori e contro il Pd.

 

I progressisti, invece, si possono ritrovare intorno alla figura del capo politico del M5S Giuseppe Conte?
Quando Berlusconi ha detto cose di assoluto buon senso sulla guerra, Conte chiede al governo di metterlo a tacere. Ha perso l’occasione e ha dimostrato, con i fatti, di essere parte integrante del sistema trasformista. Da qui viene fuori la sua falsità. Per Conte, vale, purtroppo, la battuta che gli fece il suo mentore Grillo, ovvero è “lo specialista dei penultimatum”. Dovrà dimostrare la coerenza con le azioni. Se è pro conflitto anche lui è meloniano.

C’è, intanto, una parte di Paese che non si ritrova con le posizioni di quello che definisce “sistema”…
La vera Italia è quella dei lavoratori che vogliono il Paese fuori dalla guerra, ovvero tutti coloro, che sabato si ritroveranno a Genova, alle 14,30, per manifestare contro il traffico di armi nei porti. Il pacifismo, d’altronde, è nato proprio dove attraccano le imbarcazioni. Lo dice la storia. Nel 1919, gli inglesi già si rifiutavano di caricare i fucili sulle navi mercantili.

 

Parla di partito dei lavoratori. Nel dibattito tra Bonaccini e Schlein spesso è stata utilizzata questa sigla…
In Italia non esiste un partito dei lavoratori. Ci sono solo delle forze che tutelano i loro interessi, come Unione Popolare, troppo piccola per ambire a rappresentare una categoria così ampia. Non lo fanno certamente i dem. Non basta qualche bollino dell’ultimo secondo per nascondere un passato disastroso. Il Pd, negli ultimi trenta anni, ha fatto le peggiori leggi contro il lavoro. Pur essendo l’Italia il Paese con i salari più bassi in Europa, non ho sentito uno del Nazareno aprire bocca. Stesso discorso vale per gran parte del sindacato. A parte rare eccezioni, prevale la linea del silenzio. Il corpaccione, composto da Cgil, Cisl e Uil, è distante anni luce dai problemi del popolo. In Francia, il 7 marzo, ci sarà uno sciopero generale a oltranza contro Macron che vuole portare la pensione a 64 anni. In Italia si finisce a 67 anni e nessuno alza un dito. È la dimostrazione della passività politica e sociale prevalente.

 

Quale la ricetta?
Le lotte dei lavoratori, sindacati che rompono davvero con il padronato e una rappresentanza che abbia il coraggio di buttare nel cestino quanto deciso negli ultimi trenta anni.

Cosa ne pensa, ad esempio, sul Superbonus?
Il governo fa la solita operazione. Il draghismo di Giorgia colpisce esclusivamente le famiglie che non riescono ad anticipare i soldi. Siamo di fronte all’esecutivo dei ricchi, dei guerrafondai e dei fascisti, sostenuto dai meloniani del Pd.


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