Attualità

Una tarantola ha sviluppato un “pene” lungo per non farsi mangiare dalle femmine

Perché la scoperta dei ricercatori finlandesi è così importante

di Pietro Pertosa -


Una tarantola ha sviluppato un pene lunghissimo per evitare di venir aggredita dalle femmine durante l’atto sessuale. La scoperta è stata fatta dai ricercatori finlandesi dell’Università di Turku su una specie di ragno, la Satyrex Ferox, che vive nel Corno d’Africa e nell’area della penisola arabica e che hanno pubblicato uno studio sulla rivista ZooKeys. Un fatto che, per gli scienziati, si rivela estremamente interessante dal momento che dimostrerebbe l’adattabilità delle specie non solo al contesto ambientale ma pure a questioni meno “grandi” ma pur sempre di fondamentale importanza per la loro sopravvivenza.

Il pene (lunghissimo) della tarantola

Le misurazioni dei ricercatori non lasciano spazio a dubbi. La tarantola Satyrex Ferox può vantare un palpo lungo quasi quattordici centimetri, quasi quanto una delle sue otto zampe. Ma è il pedipalpo, ossia l’organo che ricopre la funzione sessuale nella specie di aracnide studiato dagli scienziati finlandesi, a meravigliare. È lungo cinque centimetri. Che, detto così, non sembra granché. Il fatto, però, è che si rivela essere lungo ben quattro volte l’intera parte anteriore del corpo. Il “pene” della tarantola, dunque, è di tutto rispetto. E, dunque, il nome “Satyrex”, che richiama le figure dell’amor panico della mitologia grecoromana, è pienamente guadagnato. Ma perché?

L’adattamento degli insetti

L’ipotesi più accreditata è che si tratti di un modo per tenere a distanza il maschio dalle femmine durante l’accoppiamento. Queste ultime, difatti, avrebbero mostrato comportamenti aggressivi nei confronti dei loro partner sessuali. L’attitudine delle femmine, difatti, sarebbe quella di indulgere al cannibalismo dei loro compagni. Che, sfruttando la lunghezza del loro pedipalpo, possono accoppiarsi e guadagnarsi, contemporaneamente, un po’ di spazio per la fuga evitando, così, di finire tra le fauci della femmina. Se fosse confermata questa ricostruzione sulle ragioni del “pene” lunghissimo delle tarantole si sarebbe dimostrato l’adattamento delle specie, vieppiù negli insetti, addirittura fuori dalle mere dinamiche ambientali cui si dedicò Charles Darwin. Insomma, l’evoluzione sarebbe ancora più efficace di quanto ci aspettassimo.


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