Cultura & Spettacolo

Una VampAta di Gusto ai fornelli di Ivana Vamp

di Nicola Santini -

Ivana vamp


Sarà la prima Drag Queen a condurre un programma di cucina tutto suo. Domani, alle 18, su Food Network (canale 33 del digitale terrestre), dove ai fornelli concederà un tocco di stile rivelando, di volta in volta, il suo ingrediente segreto in grado di rivoluzionare un piatto della tradizione. Il nome è un programma: “Una VampAta di Gusto”. Lei è Ivana Vamp, volto di Drag Race Italia. Ironica, irriverente, colta e golosa, se la chiami quando è in abiti maschili ti risponde con voce baritonale e si presenta come Daniele, se è già in modalità Ivana, la voce è ingentilita e di sé parla al maschile. L’Identità ha raggiunto entrambi nei camerini del nuovo programma, trovandosi di fronte una creatura un po’ Ivana un po’ Daniele. Per usare parole sue in “modalità ibrida”. Il programma è un one-drag show, in cui lei fa tutto, compreso cantare la sigla.
Le Drag Queen sono sbarcate sul piccolo schermo, arrivando così al grande pubblico. Un bel passo in avanti…
La tv è arrivata a parlarne per quello che siamo ossia per quello che è realmente la nostra arte e quello che sono gli artisti a tutto tondo, con il messaggio e il linguaggio giusto. Seppur in ritardo di 15 anni, rispetto agli Stati Uniti…
Raccontami i tuoi esordi
Particolari. Io da quando avevo 15 anni cantavo, facevo piano bar, ma mi mancava qualcosa in più per il pubblico. Una mia amica mi portò a Torre del Lago, non sapevo cosa fossero le Drag Queen, quando vidi uscire sul palco Regina Miami, con una parrucca blu e ali enormi. Guardai la mia amica: “Vedi lei? Io”. Feci ricerca, contattai drag italiane per chiedere consigli, e alla fine mi rispose una tarda, di cui,mannaggia, non ricordo il nome: mi diede dritte sui trucchi. E finalmente portai la mia Drag Queen al piano bar. Mi esibii in un ristorante di un’area di servizio, così oggi amo pensare di esser nata in una pompa di benzina.
Che sia colpa tua il caro benzina?
Non scriverlo se no mi vengono a cercare a casa.
A proposito dove vivi?
Arezzo, la mia città Natale.
E ad Arezzo sei Daniele o Ivana?
Sempre e solo Daniele, Ivana è un sogno che viene aperto all’occasione…
Tolti trucco, parrucco e abiti di scena, cosa resta di Ivana Vamp?
Resta un ragazzo che si è fatto abbastanza forte nella vita e che con mille paure ancora oggi affronta il mondo. Perché non è sempre facile far capire il lavoro che faccio, anche a livello personale, è difficile. Molti si avvicinano al personaggio e mai alla persona. Si circonda di persone che gli vogliono bene, poche ma buone. Bruno, Edoardo, i miei amici in cima a tutti, che quando mio papà mi buttò fuori di casa sono stati per me una famiglia.
Oggi con papà come va?
Non ci parliamo. Sono passati 12 anni.
Non lo sai se ti guarda in tv?
Penso di no. Probabilmente lui sa cosa faccio io, ma io non so cosa faccia lui.
Ti far star male?
Ci convivo. Ho sepolto l’ascia di guerra, sono andato avanti.
Curiosità: quanto ci metti a diventare Ivana Vamp?
Un’ora e mezzo, due ore. Ho dimezzato i tempi, prima mi serviva mezza giornata di ferie. Oggi la mano va da sola.
Cosa ti ha lasciato Drag Race?
La bellezza di un’Italia avanti. Gente che aveva genitori omofobi, che vedendo Drag Race hanno cambiato idea.
Cosa hai lasciato tu a Drag Race?
Eleganza, spensieratezza, sagacia…
La modestia?
Lasciamola agli altri.
Condurrai una “VampAta di Gusto”. Ma che cos’è il gusto?
Quello che vogliamo noi. Il segreto del gusto è fare quello che ti va e non quello che si aspettano gli altri. La libertà è l’ingrediente fondamentale.
Immaginati come co-conduttrice Drag Queen a Sanremo. Cosa diresti nel tuo monologo?
Non parlerei di Drag Queen.
Ma di…
Di Gusto!
Sarai la nuova Antonella Clerici?
Ma se mi invita vado. Facciamo la bionda e la viola.

Torna alle notizie in home