Ex Ilva, esulta Urso: “C’è l’Aia, Taranto è salva”
L'annuncio del ministro, il coro delle opposizioni
L’Aia è arrivata, esulta il ministro Adolfo Urso: “Taranto è salva”. L’autorizzazione integrata ambientale è stata approvata e per il titolare del dicastero del Mimit tanto basta a poter annunciare che lo stabilimento Ex Ilva del capoluogo jonico, e con esso l’intero piano per l’acciaio green italiano, è salvo e può finalmente partire.
Il messaggio e l’annuncio
Mentre era impegnato sul palco del congresso confederale della Cisl, un messaggino ha fatto squillare il telefonino del ministro. Un sms importante, che il ministro ha immediatamente condiviso con la platea sindacale: “Mi è appena arrivato il messaggio che l’Aia è stata rilasciata pochi minuti fa”, ha spiegato Urso. Che ha esultato, raggiante: “Vuol dire che Taranto continuerà. Lo stabilimento di Taranto è salvo, la siderurgia italiana è salva, l’industria dell’Italia può ancora avere l’acciaio”.
Dopo Urso, Pichetto: “Con riesame Aia rafforziamo presidio ambientale”
La conferma alle parole di Urso è arrivata dal Mase: “Con il riesame dell’Aia – si legge in una nota diramata dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica – rafforziamo il presidio ambientale su uno dei siti industriali più complessi del Paese”. Il ministro Pichetto Fratin ha assicurato: “Le prescrizioni previste dalla Commissione assicurano il miglioramento delle performance ambientali, in coerenza con gli obiettivi di decarbonizzazione e con la necessaria tutela della salute dei cittadini”. Il Mase, infine di impegna a proseguire “il percorso istituzionale nel rispetto delle procedure previste anche in relazione agli obiettivi di transizione industriale e ambientale del sito”.
Il coro dei no
Proprio il Mase ha dato conto del fatto che si sono opposti all’Aia gli enti territoriali, cioé Regione Puglia, Provincia di Taranto, Comune di Taranto e Comune di Statte, “evidenziando, tra le motivazioni, la mancata sottoscrizione dell’Accordo di Programma sul piano di decarbonizzazione dell’impianto”. La polemica è subito finita (anche) in Parlamento. Il M5s promette barricate e il “verde” Angelo Bonelli tuona: “l governo Meloni ha approvato un’Aia per Ilva che è una vergogna, una vera e propria licenza di Stato ad inquinare e far ammalare permettendo che l’Italia sia trattata come un Paese colonizzato, dove le regole a tutela della salute e dell’ambiente possono essere calpestate per attrarre investitori stranieri”.
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