Politica

PRIMA PAGINA-Ursula bis, adesso superare gli strascichi

di Giuseppe Ariola -


La rielezione di Ursula von der Leyen per un secondo mandato alla presidenza della Commissione europea ha lasciato diversi strascichi e l’eterogenea maggioranza che si è espressa a favore del bis ha certamente la necessità di assestarsi. Quella parte del Ppe che non voleva un allargamento ai Verdi, Forza Italia in testa, continua a ribadire con Antonio Tajani che la forza ambientalista non fa “parte in maniera strutturale” della maggioranza e, anzi, precisa che la delegazione italiana all’interno del gruppo dei popolari “non voterà i candidati presidenti delle commissioni indicati dai Verdi, perché non siamo convinti delle loro posizioni”. Il segretario nazionale di Forza Italia, riferendosi a certe discusse politiche ambientali che in molti ritengono siano più dannose che altro, aggiunge anche che il nuovo “programma della von der Leyen non è il programma della von der Leyen applicato nella scorsa Commissione”, il che lascerebbe presupporre che alcuni dossier relativi al Green Deal saranno rivisti. Una richiesta che, secondo quanto riferito da alcune fonti del gruppo dei conservatori, sarebbe stata avanzata anche dalla delegazione di Fratelli d’Italia che avrebbe ricevuto rassicurazioni dalla von der Leyen. Nonostante ciò, a proposito degli strascichi all’indomani del voto del Parlamento europeo riunito a Strasburgo, non sono mancate polemiche anche all’interno della maggioranza italiana. La Lega ha accusato Forza Italia di aver votato come i socialisti e i Verdi, cosa che, come si apprende da fonti di Forza Italia, è risultato parecchio indigesta negli ambienti azzurri che hanno quindi fatto presente come, ragionando secondo questa falsa riga, la delegazione del Carroccio si sarebbe espressa allo stesso modo dell’estrema sinistra. Il reciproco scambio d’accuse ha fatto storcere il naso anche a Palazzo Chigi dove sul fronte europeo si lavora adesso sulle deleghe da ottenere per il commissario europeo che sarà indicato dal governo italiano. La fase dei legittimi distinguo politici legittimamente espressi, sarebbe stato il ragionamento, si sarebbero dovuti esaurire con il voto dell’Europarlamento. Adesso strascichi e polemiche sulla von der Leyen e sulla maggioranza che l’ha rieletta devono cedere il passo all’interesse comune di rivendicare e ottenere un commissario con un portafoglio pesante. Il principale nome sul tavolo resta, al momento, quello di Raffaele Fitto che però potrebbe incontrare qualche ostacolo. Innanzitutto, perché sembrerebbe la presidente della Commissione Ue sia intenzionata a chiedere che il governo italiano faccia due nomi, uno di una donna e uno di un uomo. Circostanza che vede risalire le quotazioni della numero uno del Dis, Elisabetta Belloni, ma che rilancia anche le ambizioni di un profilo più politico, come quello di Letizia Moratti. In secondo luogo, Fitto sarebbe difficilmente sostituibile alla luce delle importanti deleghe che detiene come ministro. A partire da quella sul Pnrr che proprio ieri lo ha visto impegnato con la relativa cabina di regia al termine della quale il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, a proposito dell’attuazione del Piano ha escluso “problemi nel rapporto tra governo italiano e istituzioni Ue, consiglio e commissione, in funzione a valutazioni politiche: non c’è mai stata una valutazione politica. Tutto ciò che abbiamo fatto è trasparente e oggetto di una valutazione che è determinata da fattori esterni”. Interrogato sull’eventualità che all’Italia fosse proposta la delega per il Mediterraneo nella nuova Commissione europea, Fitto ha poi risposto: “Lo dico con garbo: è irricevibile per me questa domanda, non avendo la competenza e il ruolo per indicare quale tipo di portafoglio può chiedere il nostro governo”.


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