Politica

PRIMA PAGINA – Ursula-Giorgia destini incrociati

di Giuseppe Ariola -


Quella di oggi sarà una giornata cruciale sia per l’Europa che per quanto riguarda l’Italia. La candidata in pectore per la presidenza della Commissione europea, Ursula von der Leyen, incontrerà il gruppo dei conservatori al Parlamento europeo, partito del quale la premier italiana, Giorgia Meloni, è presidente. Un passaggio fondamentale, da un lato, per l’esponente della Cdu tedesca che è in cerca dei voti necessari a garantirle un secondo mandato a prova di franchi tiratori e dall’altro, per la presidente del Consiglio italiana che dovrà insistere per ottenere un commissario con deleghe forti e la vicepresidenza della Commissione. Nella sua duplice – e probabilmente a tratti scomoda – veste di capo del governo italiano e presidente del partito dei Conservatori europei, Giorgia Meloni potrebbe trovarsi dinanzi a un bivio: garantire alla von der Leyen una blindatura in vista del voto del Parlamento europeo in cambio di un commissario di peso per l’Italia, probabilmente in questo caso Raffaele Fitto, oppure negare il sostegno anche solo ‘coperto’ degli eurodeputati di Fratelli d’Italia e giocarsi altre carte per pretendere una delega pesante da affidare al rappresentante italiano nell’esecutivo Ue. Un azzardo che però non avrebbe il sapore politico di un ‘inciucio’. A tenere banco ci sarebbe l’esito delle elezioni europee che ha visto quello italiano come l’unico governo ad uscire rafforzato dalla prova delle urne in tutta Europa. È sufficiente guardare a cosa è accaduto in Francia, dove il destino del governo di Parigi è ancora tutto in divenire e vede il primo ministro Attal dimissionario dopo il quadro politico che si è venuto a creare all’indomani delle elezioni legislative. La strada a lungo invocata da parte del Ppe, con in testa il vicepresidente del partito Antonio Tajani, che chiedeva di aprire il dialogo con i conservatori per puntellare la maggioranza – e certamente per spostare l’asse politico verso destra – è infatti tramontata. La stessa von der Leyen continua a ripetere da giorni che “non ci sarà una cooperazione strutturale con il gruppo Ecr”. Un refrain sentito diverse volte e scandito a caratteri se possibile ancora più chiari e incisivi dopo i vertici avuti con il gruppo dei Verdi, già la scorsa settimana, e con quello della Sinistra che c’è stato ieri. La strada intrapresa da Ursula von der Leyen è dunque chiara: oltre ai voti di popolari, socialisti e liberali, tra i quali è stato chiuso l’accordo sui top jobs già in occasione dell’ultimo Consiglio europeo, i numeri per superare lo scoglio della votazione a scrutinio segreto dell’Europarlamento si cercano a sinistra, almeno ufficialmente. Non è un caso che la richiesta di un allargamento della maggioranza ai conservatori e finita man mano in soffitta e che quanti la proponevano a gran voce hanno cambiato repentinamente spartito, puntando tutto sulla necessità di ottenere un commissario italiano con deleghe forti. Chi poi, anche in questo caso soprattutto la delegazione di Forza Italia nel Ppe, chiedeva di superare quell’ambientalismo ideologico e strumentale che ha fatto più male che bene all’Europa e ai singoli stati membri negli ultimi cinque anni, ha dovuto ingoiare il boccone amaro lanciato da Ursula von der Leyen che su questi temi, nel corso dell’incontro di ieri con The Left ha detto: “Dobbiamo tenere la barra dritta sugli obiettivi del 2030 e del 2050. I cittadini devono capire quanto sia importante che la transizione venga a loro vantaggio”. E non manca un ulteriore elemento di criticità rappresentato dal fatto che il ‘cordone sanitario’ che i principali gruppi europei volevano mettere in atto avrebbe dovuto ingabbiare sia l’estrema destra di Patrioti per l’Europa che l’estrema sinistra rappresentata da The Left. Ad essere, però, escluso dalle consultazioni di Ursula von der Leyen sarà esclusivamente il nuovo gruppo voluto da Orban, mentre la sinistra ha ricevuto legittimazione formale dalla stessa presidente della Commissione europea che ne sta chiedendo il sostegno.  


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