Esteri

US CALATION

di Ernesto Ferrante -


Gli Stati Uniti stanno alzando il livello dello scontro in Ucraina. Intervenendo alla riunione del gruppo di contatto della Nato nella base aerea di Ramstein, nel sud della Germania, il Segretario della Difesa Usa Lloyd Austin ha avvertito che “non è il momento di rallentare”, parlando di “momento cruciale” e promettendo che “gli Stati Uniti sosteranno l’Ucraina per tutto il tempo necessario”. “E’ tempo di andare più a fondo. Il popolo ucraino ci sta guardando. Il Cremlino ci sta guardando. La storia ci sta guardando. Quindi non molleremo. E non vacilleremo nella nostra determinazione ad aiutare l’Ucraina a difendersi dall’aggressione imperiale della Russia”, ha aggiunto Austin.
Poi rivolgendosi al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in collegamento video, ha ribadito l’impegno di Washington: “Continueremo a difendere il principio secondo cui i confini non possono essere ridisegnati con la forza. E continueremo a difendere un mondo aperto di regole, diritti e responsabilità”.
Ancora più bellicoso è stato l’annuncio della vice portavoce del Pentagono Sabrina Singh, nel corso di un briefing: “L’Ucraina ha tutto il diritto di riprendersi la Crimea, che è parte integrante del Paese”. Singh ha sottolineato che “certamente gli Stati Uniti sosterranno gli ucraini nel riconquistare i loro territori con ogni mezzo e con ogni arma”.
Il direttore della Cia, William J. Burns, si è recato in segreto nella capitale ucraina alla fine della scorsa settimana per comunicare al presidente Volodymyr Zelensky le proprie previsioni riguardo al conflitto e sui piani militari russi per le settimane e i mesi a venire.
“Il direttore Burns si è recato a Kiev dove ha incontrato i colleghi dell’intelligence ucraina e il presidente Zelensky e ha ribadito il nostro continuo sostegno all’Ucraina nella sua difesa contro l’aggressione russa”, ha dichiarato un funzionario statunitense al Washington Post.
Un portavoce della Cia si è rifiutato di specificare ciò che il direttore ha riferito ai vertici ucraini sulla pianificazione militare russa, riferisce il quotidiano statunitense.
Zelensky ha chiesto altre armi alla Nato: “La guerra iniziata dalla Russia non ammette ritardi e posso ringraziarvi centinaia di volte, ma centinaia di ringraziamenti non sono centinaia di carri armati. Tutti noi possiamo usare migliaia di parole nelle discussioni, ma io non posso usare le parole invece delle armi che servono contro l’artiglieria russa o di missili antiaerei che servono per proteggere le persone dagli attacchi aerei russi”.
Il presidente ucraino ha detto di essere “veramente grato” per le armi che gli alleati gli hanno fornito finora, ma “il tempo resta un’arma russa”: “Dobbiamo accelerare. Il tempo deve diventare la nostra arma comune, proprio come la difesa aerea e l’artiglieria, i veicoli corazzati e i carri armati, su cui stiamo negoziando con voi”.
Le relazioni tra Stati Uniti e Russia sono attualmente “al livello più basso mai raggiunto nella storia”. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in conferenza stampa. “Non c’è alcuna speranza che possano migliorare”, ha proseguito Peskov, secondo quanto riporta la Ria Novosti.
“Un veicolo corazzato dell’esercito ucraino ‘Iveco Lmv 4×4’ di fabbricazione italiana che è stato distrutto durante l’operazione militare speciale. La sorte dei mezzi militari trasferiti al regime di Kiev è prevedibile e poco invidiabile”. Lo si legge in un post su Facebook dell’ambasciata russa a Roma contenente le immagini del blindato.
Il generale Marco Bertolini, già comandante del Comando operativo di vertice interforze, si è smarcato dal bellicismo esasperato dell’esecutivo italiano e dal suo appiattimento sulle posizioni statunitensi.
“Ritengo ci sia stato forse un eccesso di entusiasmo nell’abbracciare delle posizioni belligeranti, ha continuato il generale, che vanno, tra l’altro, anche contro i nostri interessi. Noi sicuramente dobbiamo supportare l’Ucraina, però dobbiamo sempre ricordarci il rapporto importante che abbiamo avuto con la Russia. Abbiamo rinunciato a questa nostra tradizionale vocazione per usare toni bellicistici, toni, appunto, perché poi gli aiuti militari forniti sono stati decisamente relativi considerate le condizioni precarie delle nostre forze armate dal punto di vista dei materiali”.

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