Esteri

Usa-Russia-Nato: scontro totale, il conflitto rischia di allargarsi

di Ernesto Ferrante -


Biden contro Putin, Galuzin contro Biden, Peskov, Putin e Medvedev contro la Nato, Szijjarto contro Stoltenberg. Le celebrazioni per gli 80 anni del D-Day sulle spiagge della Normandia, hanno fatto da cornice ad una contesa dai confini incerti e dagli sviluppi non ancora prevedibili. Il presidente americano Joe Biden ha ricordato lo Sbarco alleato e il sacrificio dei giovani americani citando l’Ucraina “invasa da un tiranno”, lanciando un appello a “non abbandonare (altri Paesi) di fronte ai dittatori”. “L’isolazionismo, ha detto il capo della Casa Bianca, nel suo discorso a Colleville-sur-Mer, non era la risposta 80 anni fa e non lo è oggi. Le forze oscure non spariscono mai”. Pesanti sono state anche le parole utilizzate nel corso di un’intervista ad Abc: “Conosco Putin da 40 anni e mi preoccupa da 40 anni. Non è una persona perbene, è un dittatore e sta lottando per assicurarsi di tenere insieme il suo Paese pur continuando a portare avanti questo assalto”. Più cauto si è mostrato, invece, rispetto all’autorizzazione concessa a Kiev per usare armi americane in Russia: “Non stiamo parlando di fornire all’Ucraina armi per colpire Mosca e il Cremlino. Le armi sono autorizzate a colpire vicino al confine. Non stiamo autorizzando a colpire 200 miglia all’interno della Russia”.
“Ciniche e oscene” sono state definite dal viceministro degli Esteri russo, Mikhail Galuzin, le dichiarazioni del presidente statunitense. “Ogni tentativo di violare il territorio russo”, indipendentemente dalla regione in cui ciò avvenga, “avrà una risposta adeguata, e coloro che ci bombardano in questo modo se ne pentiranno amaramente”, ha affermato Galuzin alla Tass.
L’uso da parte degli ucraini di missili dell’Alleanza atlantica contro la Federazione russa, “non rimarrà senza conseguenze” per l’Occidente, ha avvertito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, definendo “molto importante” l’uscita del presidente Vladimir Putin sulla risposta asimmetrica della Russia, che fornirà missili a parti terze per centrare “obiettivi sensibili” dei Paesi Nato. Putin ha agitato nuovamente lo spettro del nucleare: “Tutti i mezzi a difesa nostra integrità”.
Gli Stati Uniti e i loro alleati devono “sperimentare l’uso diretto delle armi russe” contro di loro, ha minacciato l’ex presidente russo Dmitry Medvedev. “Gli individui o le regioni” a cui questi missili potrebbero essere consegnati sono “deliberatamente” non precisati, ma potrebbe trattarsi di chiunque sia in conflitto con l’America e i Paesi Nato, “indipendentemente dal loro credo politico e il loro riconoscimento internazionale”, ha proseguito l’attuale vice segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale.“Il loro nemico sono gli Usa, e ciò significa che sono nostri amici. Ci rallegreremo per il successo dei loro bombardamenti con le nostre armi contro i nostri comuni nemici”, ha concluso Medvedev.
“La Nato si sta avvicinando a una guerra” che l’Ungheria “non vuole”, ha fatto sapere il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto. “Siamo stati molto chiari sul fatto che non parteciperemo a tali azioni” ha precisato durante un incontro con la stampa a margine del Forum economico internazionale di San Pietroburgo. “Non parteciperemo alle consegne di armi, né all’addestramento dei soldati ucraini, né al finanziamento” delle ostilità, ha rimarcato il ministro ungherese.
Secca la “smentita” del segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg: “La Nato non ha intenzione di schierare forze in Ucraina”. E ancora: “Ci stiamo concentrando su come possiamo stabilire un quadro di sostegno più forte, con il quadro istituzionalizzato per l’Ucraina, e su come stabilire e concordare un impegno finanziario a lungo termine”.


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