Esteri

Usa, senatore repubblicano blocca l’invio di 40 miliardi all’Ucraina: “Non siamo il poliziotto del mondo”

Lo stop all’invio di aiuti militari ed economici a Kiev è arrivato da Rand Paul, rappresentante dello Stato del Kentucky che rilancia un modello isolazionista

di Davide Romano -


C’è chi dice no. Negli Usa il senatore in rappresentanza dello Stato del Kentucky, Rand Paul, ha bloccato almeno fino alla prossima settimana l’invio di 40 miliardi di dollari di aiuti destinati all’Ucraina. Il disegno di legge che prevedeva lo stanziamento immediato dell’ingente pacchetto di aiuti economici e militari era stato approvato dal Senato americano con una maggioranza bipartisan. L’accordo formalizzato dal leader della maggioranza democratica Chuck Schumer e da quello della minoranza repubblicana Mitch McConnell, prevedeva il sì unanime dei 100 senatori Usa. Per questo l’intervento di Rand Paul, che chiede di apportare modificare al testo della proposta di legge, è stato sufficiente a bloccare tutto.

“Rivendico il mio diritto ad oppormi, ho giurato sulla costituzione degli Stati Uniti e non ad una nazione straniera. A me interessa solo la nostra sicurezza nazionale”, ha dichiarato Rand Paul intervenendo in Senato. Per il rappresentante del Kentucky andare controcorrente è un affare di famiglia: Rand è infatti il figlio di Ron Paul, lo storico esponente della corrente libertaria e non interventista del partito repubblicano (e fermo oppositore dei neocon). Come per il padre il suo sguardo è rivolto dentro i confini americani e l’invio di ingenti fondi all’estero non è certo una priorità: “Non possiamo salvare l’Ucraina condannando a morte l’economia statunitense. Il Congresso sembra avere l’unica intenzione di aumentare il dolore degli americani lanciando più soldi fuori dalla porta il più velocemente possibile”. Per Rand Paul è inammissibile che l’Ucraina diventi “il più grande beneficiario dell’assistenza militare statunitense degli ultimi due decenni”, ricevendo complessivamente la cifra monstre di 60 miliardi di dollari.

Il “senatore ribelle” ha rilanciato così un vecchio cavallo di battaglia della parte più conservatrice della politica americana, quell’isolazionismo parzialmente perseguito durante i 4 anni della presidenza di Donald Trump: “Non dobbiamo essere sempre lo zio Sam, il poliziotto che salva il mondo, soprattutto con i soldi presi in prestito”, ha detto Rand Paul facendo riferimento al “debito da 30 trilioni di dollari degli Stati Uniti”. Per il senatore repubblicano la via per sconfiggere Putin non passa per il campo di battaglia: “L’Unione Sovietica è caduta in gran parte non a causa di una sconfitta militare, ma perché aveva finito i soldi. Nel tentativo di salvare l’Ucraina condanneremo gli Stati Uniti a questo tipo di futuro?”


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