Salute

Vaiolo delle scimmie: domenica la verità

La Vecchia: “Ecco i numeri per capire se diventerà un’epidemia”. Scoppia intanto la polemica sulla presunta prevalenza di persone omosessuali contagiate

di Federico Cenci -


Dal pipistrello, presunto vettore del Covid, al macaco. Nelle ultime ore un nuovo allarme sanitario che chiama in causa un’origine animale risuona in Occidente. È altissima l’attenzione nei confronti del vaiolo delle scimmie. Gli esperti parlano di una situazione da tenere sotto controllo, ma invitano a smorzare le paure. Pur appartenendo alla stessa famiglia del vaiolo, il virus in questione sembra infatti provocare una malattia molto più blanda. I sintomi appurati finora sono febbre, mal di testa, dolori muscolari, linfonodi ingrossati. Dopo essere comparsi negli Stati Uniti, in Regno Unito e in altre nazioni europee, i primi casi si sono manifestati anche in Italia. Il “paziente 1” è un uomo che si è recato al policlinico “Umberto I” di Roma dopo aver notato la comparsa di diverse pustole sul viso e in altre parti del corpo, benché non avesse particolari sintomi. Il caso è stato preso in carico dall’Istituto nazionale malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”, così come gli altri due registrati oggi.

E proprio il direttore generale dello “Spallanzani”, Francesco Vaia, ha tenuto stamattina una conferenza stampa nella quale ha annunciato che il virus sarà isolato all’inizio della prossima settimana. Ma come si trasmette il virus? L’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ha fatto sapere che la trasmissione tra gli esseri umani “avviene principalmente attraverso grandi goccioline respiratorie”, aggiungendo però che il virus può anche entrare nel corpo mediante fluidi corporei, materiale della lesione o contatto indiretto con materiale della lesione. Secondo l’Ecdc le organizzazioni di salute pubblica “dovrebbero adottare misure per aumentare la consapevolezza sulla potenziale diffusione del vaiolo delle scimmie nelle comunità di individui che si identificano come Msm”, ovvero uomini che fanno sesso con altri uomini. Il suggerimento dell’ente europeo ha agitato un vespaio di polemiche, con il Partito Gay che invita il ministero della Salute italiano a impedire affermazioni analoghe. E chiede di evitare lo “stigma” il sottosegretario all’Interno, Ivan Scalfarotto, dopo che Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all’ospedale “San Martino” di Genova, aveva sottolineato “che la maggioranza dei casi ad oggi riportati sono avvenuti all’interno di comunità chiuse, di cluster, fatte soprattutto da omosessuali che hanno avuto rapporti con altri uomini”.

Sul tema è intervenuto stamattina alla conferenza stampa allo “Spallanzani” Andrea Antinori, direttore dell’Unità Immunodeficienze virali del nosocomio romano, precisando che il vaiolo delle scimmie “non si può definire ancora strettamente come una malattia a trasmissione sessuale” e che “il contagio avviene attraverso contatti stretti, come i rapporti sessuali che però non sono gli unici contatti stretti possibili”. Pertanto, Antinori sostiene che occorra evitare al momento di “identificare questa malattia come una malattia a trasmissione sessuale” e soprattutto di “identificare la popolazione di uomini che fanno sesso con uomini come portatori di questa malattia”.

Al di là della polemica, cosa dobbiamo aspettarci da questa malattia? Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’Università statale di Milano, intervenuto all’AdnKronos, ha dato un’indicazione: “Diciamo che, se entro domenica a livello nazionale (i casi, ndr) saranno 10, o comunque non più di 20, non siamo di fronte a un’epidemia che dilaga. Se no”, se saranno di più o addirittura “più di 100, allora dovremo considerare più seriamente il problema”. Non resta allora che aspettare il fine settimana.


Torna alle notizie in home