I negoziatori stanno lavorando per facilitare il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas e dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane
Si è concluso il secondo giorno di negoziati a Sharm el-Sheikh per arrivare all’attuazione del piano di Donald Trump per Gaza. La prima sessione si è protratta per quattro ore.
Il rilascio dell’ultimo ostaggio ancora nelle mani di Hamas deve coincidere con il ritiro definitivo delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza, dove stanno proseguendo i bombardamenti. È questa la richiesta avanzata dal movimento islamista palestinese. La seconda giornata di trattative in Egitto, stando ai media arabi, si è concentrata proprio sulla “rimobilitazione” dei soldati di Israele dall’enclave e la tempistica del rilascio degli ostaggi.
Il lavoro dei negoziatori
Attuare la “prima fase” del piano dell’Amministrazione Trump per mettere fine alla guerra a Gaza è l’obiettivo degli incontri in atto. Lo ha dichiarato in un punto stampa il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, sottolineando che i negoziatori stanno lavorando per “facilitare le condizioni” per il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas e dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane come pure per l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia.
Sono iniziate le discussioni sulle liste dei prigionieri palestinesi da rilasciare dalle carceri israeliane in cambio di ostaggi. Per l’emittente egiziana Al-Kahera Al-Akhbariya, Hamas vuole il rilascio di Marwan Barghouti, Ahmad Saadat, Hassan Salameh, Abbas a-Sayed e altri condannati all’ergastolo. Confermata la disponibilità a consegnare “tutti gli ostaggi e i detenuti vivi e morti”. La fazione non vuole l’ex premier britannico Tony Blair come governatore.
L’ottimismo di Trump sui negoziati per Gaza
Il presidente degli Usa Donald Trump ha detto che esiste una “reale possibilità” di un accordo di pace a Gaza. “C’è una reale possibilità che possiamo fare qualcosa”, ha spiegato Trump ai giornalisti nello Studio Ovale, parlando insieme al premier canadese Mark Carney. Il tycoon ha confermato che anche i negoziatori statunitensi sono coinvolti.
Il monito di Guterres
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha sollecitato la “fine delle ostilità a Gaza” e la liberazione degli ostaggi, passati due anni dalla strage del 7 ottobre 2023 in Israele e dall’avvio delle operazioni militari israeliane nell’enclave palestinese. Guterres ha insistito per “un cessate il fuoco permanente” e un “processo politico credibile” nella Striscia.
Gli attivisti svizzeri della Flotilla contro Israele
I membri svizzeri della Global Sumud Flotilla, che ha tentato di rompere il blocco marittimo israeliano su Gaza, hanno subito “trattamenti crudeli, disumani e degradanti” durante la detenzione israeliana. A denunciarlo è stata la loro organizzazione, la Waves of Freedom Switzerland (Wofa), sostenendo che lo Stato ebraico ha condotto “attacchi illegali e vergognosi contro le flottiglie umanitarie e pacifiche”, seguiti da “arresti e detenzioni altrettanto illegali”.
“Ha sottoposto i nostri cittadini a trattamenti crudeli, inumani e degradanti, secondo quanto definito dalla Convenzione internazionale contro la tortura, sia fisica che psicologica”, ha proseguito la Wofa. Diciannove cittadini svizzeri hanno preso parte alla spedizione della Flotilla. Nove sono stati rilasciati, mentre altri 10 sono ancora detenuti. Israele ha negato le accuse di abusi e ha insistito sul fatto che i diritti legali dei reclusi sono stati rispettati.
Attivisti di Palestine Action hanno imbrattato con della vernice rossa il Palazzo Reale di Amsterdam, scrivendo “Fuck Israel”. Il sindaco Halsema ha condannato l’atto.